Tornano i Mercury Rev, con nuove pagine fiabesche e sognanti.
Già, pagine: la confezione del cd è un vero e proprio volumetto. La copertina cartonata che ritrae una fata-farfalla viola e oro, le illustrazioni nel booklet, la consistenza stessa della carta: sembra proprio un antico libro di favole.
E premere i tasti dello stereo con dentro "The Secret Migration" (V2 Music, 2005) è come sfogliare le pagine di "Racconti Fantastici Dell'Ottocento", una raccolta curata da Italo Calvino (Arnoldo Mondatori Editore, 1983), che - fortunata coincidenza - sto leggendo in questi giorni. Stupefacenti sono sia le atmosfere delle due opere, sia - a tratti - la loro sintonia.

Leggo per esempio la storia Sortilegio D'Autunno, di un autore romantico tedesco; e ascolto Secret For A Song, traccia di apertura del disco. In entrambe, una dama dal fascino irreale e inquietante; e un segreto confidato con l'anima in pena.
Scrive nel 1809 Joseph von Eichendorff: "Mi baciò sulle labbra e scomparve negli oscuri corridoi. Una gemma del suo fiore scintillò nel movimento e al suo bacio mi serpeggiò nelle vene un'atterrita voluttà. Ripensai con terrore alle spaventevoli parole che mi aveva sussurrato andandosene".
Canta oggi Jonathan Donahue: "Dawn brought a wild light back into her tired eyes / like violets / opening her eyelids to the light / ... / I'll take you where the morning stars burns just for you / my dark country bride / I'll tell you a secret / I'll sell you a secret for a song".

Dall'introduzione di Calvino: "Se nella maggior parte dei casi l'immagine romantica crea attorno a sé uno spazio popolato d'apparizioni visionarie, vi è pure il racconto fantastico in cui il soprannaturale resta invisibile, 'si sente' più di quanto non 'si veda', entra a far parte d'una dimensione interiore".
Già: si sente, eccome. I racconti dei Mercury Rev sono 'sonici', di suoni soprannaturali: tappeti d'archi, scintillii levigati, la voce eterea di Jonathan, le chitarre allucinate di Grasshopper, i tocchi del produttore Dave Fridmann, sempre più padrone di questi temi (i suoi stessi tocchi di recente hanno colorato le musiche di - ne cito solo due - Sparklehorse e The Flaming Lips) e sempre più in sintonia con la via del dream-pop imboccata dai Mercury Rev negli ultimi lavori.

Siamo distanti dalle vette di "Deserter's Songs" (1998) e ancor più dalla bizzarra psichedelia degli esordi ("Yerself Is Steam" era del 1991), ma non si può certo dire che questo 2005 sia iniziato male nel mondo fatato delle sette note. Tutto il contrario.

...Ah, quel libro di racconti, leggetelo. Assaporerete, nelle tonalità dell'epoca, una modernissima e squisita veduta sull'interiorità dell'individuo. E vi dispiacerà arrivare alla parola "Finis", la stessa scritta in fondo al booklet di "The Secret Migration".

Carico i commenti... con calma