Non ho mai capito nulla a riguardo della Musica degli Svedesi (e non solo degli Svedesi dirà subito qualche "amicone debaseriano").
Troppo "avanti" per me; troppo "oltre" la soglia del dolore fisico e mentale. Soprattutto mentale.
Ma sono sempre rimasto morbosamente affascinato dal modo unico di intendere e plasmare, a loro piacimento, il verbo Metallico.
I si compone di un unico brano che supera i 20 minuti. Questo basta già a quantificare il peso specifico mostruoso nell'ascolto di tale "pachiderma sonoro".
A mio parere il vertice della loro enorme carriera.
Un vertice disturbante, tesissimo, obliquo, contorto, spasmodico, roccioso.
A detta del batterista Tomas tutto è stato registrato a caso, senza seguire un filo logico. Ogni componente della band entrava nello studio, innondandolo dei suoni claustrofobici dei propri strumenti. Compresa la voce schizzoide di Jens.
Ed il risultato è stupefacente; nel senso che il tutto regge, il tutto quadra. Alieni inavvicinabili per chiunque.
Affondi Techno-Groove-Death colossali; rallentamenti secchi, repentini ed inaspettati come avviene più o meno al quattordicesimo minuto.
Ancora assalti di intensità incontrollata, incontrollabile; sul finire rallentano il passo, la propria cadenza assassina. Accostandosi pericolosamente a territori Doom sfiancanti. Con gli ultimi secondi dove si ode soltanto il suono tagliente e stridulo delle chitarre.
...e ne vengo fuori distrutto, a pezzi...ma rigenerato...quello che mi ci voleva in questo ventoso e gelido pomeriggio ossolano.
Ad Maiora.
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