Certi dischi beccano l’attimo e sono esattamente quel che sei proprio in quel momento li. Così, dopo essersi guardati, scappa un sorriso e si finisce dentro la stessa fotografia. La voce di questa ragazza e la musica che le gira intorno sono due follie che improvvisamente coincidono oppure due farfalline che svolazzando si sfiorano e a te non resta che guardarle semi addormentato. Sti tizi manco li vedi, suonano in un cantuccio d’ombra, le melodie arrivano attutite, con quel leggero fuori sincrono di quando ti accorgi che è un sogno. Ecco allora la filigrana luminosa di un suono in perenne vagabondaggio, la tastierina psichica, la chitarra che si accende e si spegne in un milione di scintille e la voce che è quella della tua compagna di banco in un universo parallelo a due passi. Non lo diresti, ma qui si parla di morte, di qualcuno che se ne è andato nel sonno ed è appunto nel sonno che noi continuiamo a ricordarlo. Tra psych folk, folk e basta e qualche numero pop di quelli che fan la giornata.

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