Nel 1988 Cliff Burton, leggenda al basso, era morto da ormai due anni. I Metallica, però, dopo 3 album capolavoro nell'ambito thrash metal, dimostrano nonostante tutto di essere ancora vivi, eccome. "...And Justice For All" rappresenta per molti l'apice della band, è comunque un disco thrash storico e personalmente trovo assolutamente incredibile che dopo un album come "Master Of Puppets", senza il più grande bassista che si ricordi, i Metallica siano riusciti a non scendere di tono. A un capolavoro succede un capolavoro, e raccontiamolo.

Intro in Fade In... Ti paralizza, ti prepara ad un ascolto che durerà diversi minuti, minuti di potenza, rabbia ma anche di tanta classe. E Blackened lo dimostra subito: riff taglienti, batteria potentissima. Già c'è qualcosa di diverso: non è solo la registrazione che è comunque scarsa, la pulizia del suono è stupefacente se si parla di thrash, specie dopo un ascolto di "Kill 'Em All". La canzone ha un ritmo e un ritornello trascinanti, Newsted si sente poco, sotterrato dalla potenza degli altri tre. A metà inoltrata c'è uno dei più belli excursus riflessivi che io ricordi nella carriera dei Metallica, degno di Master Of Puppets, Lars tiene un tempo molto molto interessante mentre James e Kirk dialogano. Parte poi l'assolo, non sono uno dei più grandi fan degli assoli di Hammet ma questo può rientrare fra quelli che trovo azzeccatissimi.

La titletrack, "...And Justice For All", non spezza il ritmo, ancora una volta ci troviamo di fronte un brano molto potente e dal riff incredilmente interessante. Il cantato di James è accattivante, si mischia alla grande con le chitarre che danno sfoggio di riff mai così veloci e precisi. Effettivamente non ne vedremo più. Brano stupendo che per quanto lungo non annoia, con diversi cambi di tempo, Lars è veramente trascinante qua.

"Eye Of The Beholder" si apre con un riff accompagnato dalla solita batteria. Il brano è un pò allucinato, un po' meno coinvolgente di quanto sentito fino ad ora, ma l'assolo non è niente male. Ma i Metallica stanno per stupire con un brano stile Fade To Black, un classicissimo, "One". Dopo un inizio a colpi di fucile, l'intro ricorda appunto l'antenata, questa sensazione di flashback mi ha sempre fatto preferire Fade ma comunque ci troviamo di fronte ad un nuovo capolavoro. Man mano che si procede nell'ascolto la canzone acquista di personalità in modo esaltante, molto cattivo il ritornello ma solo per pochi secondi. Il riff in pulito è di quelli riflessivi, alla Hetfield più in forma. Il brano va poi ad esplodere nel gran finale, il riff di chitarra sembrano realmente colpi di fucile che lavorano in modo superbo assieme alle pedale di Lars, assolone e poi sbattimento di cervello fino in fondo. Grande.

"The Shortest Straw", è un po' sottotono all'interno dell'album, l'assolo merita attenzione (si in quest'album c'è la più alta concentrazione di begli assoli, così penso almeno). Brano che non lascia molto soddisfatti ma niente paura, "Harvester Of Sorrow" è un'altra perla, uno dei pezzi che preferisco. Riff spagnoleggiante e poi dentro uno molto più cattivo e veramente trascinante, a chiunque verrebbe da muovere la testa a tempo in Harvester. Una canzone che cattura, piuttosto complessa e mai scontata nel suo evolversi.

"The Frayed Ends Of Sanity" è un bel pezzo, di quelli che non si fermano un attimo. Vedo Hetfield sempre più ispirato... Bella comunque, là in mezzo ci sta con dignità. "To Live Is To Die" è una strumentale di un'intensità impressionante, com'era chiaro dato lo scopo: dedica allo scomparso Cliff Burton. In realtà il pezzo fu basato su alcuni riff già scritti da Cliff, e completato successivamente da James e Lars. L'unica strofa cantata fu appunto scritta da Burton:

"Quando un uomo mente, uccide una parte del mondo. Queste sono le pallide morti che gli uomini chiamano impropriamente le loro vite. Non sopporto più di essere un testimone di tutto questo. Possa il regno della salvezza, non riportarmi più a casa".  

Lo stesso titolo è una citazione di Burton.

La tracklist si completa con la conclusiva "Dyers Eve". Brano diverso da molto di quello ascoltato finora, molto più "sporco" vecchio stile, uno stop potentissimo (formula proposta spessissimo dai Metallica).

In definitiva un must nel discorso thrash e metal in generale: vorrei sottolineare la parte ritmica, che trovo la più sorprendente inassoluto. Basso piuttosto scarso anche per la mancata presenza di Newsted nella fase del mixaggio: scarsa anche la produzione come anche Ulrich affermerà in seguito ("Sembra registrato in una scatola di fiammiferi"). L'ultimo album thrash metal di una band che ha fatto la storia del genere.

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