A metà anni '80 Mike Oldfield inizia a interessarsi in modo concreto alla commistione tra musica e grafica visiva, video art e computer grafica. Il nuovo lavoro del 1987 "Islands" è l'occasione per mettere questa passione al servizio di una sua opera, nello specifico ogni canzone viene realizzata associata ad un prodotto videografico in cui immagini reali si fondono con la grafica computerizzata. Visti oggi questi video mostrano l'età e sono testimoni di un'epoca ancora acerba per queste tecnologie ma il prodotto è comunque degno di nota. Due i momenti migliori da ricordare assolutamente, la poetica "Magic Touch" e la cosmica "The Time Has Come" cantata dalla compagna di Mike, la soprano norvegese Anita Hegerland. E' doveroso quindi ricordare che questo progetto può essere valutato nel modo corretto solo inserendo anche i video; "Islands" non ha grandissimi vertici musicali e Mike si adagia su sentieri già seguiti aggiungendo una maggior componente elettronica che si unisce a elementi di musica etnica e spiccate tendenze pop. "Islands" quindi non è da considerarsi come uno dei grandi capisaldi di Oldfield, è un lavoro piacevole che si inserisce in pieno nel periodo storico che lo vede uscire con tutti i difetti delle produzioni popmpose e eccessive degli anni '80. La suite che occupa tutto il lato A, "The Wind Chimes", è per Mike un ritorno ad un grande pezzo articolato sul modello di "Taurus II" che occupava il lato A di "Five Miles Out" del 1982. Musicalmente si basa su una melodia che ricorda "Crises" del 1983, che si rifaceva a sua volta all'intro di "Tubolar Bells", unendola ad una forte componente etnica orientale e africana su una base sintetica con interventi potenti di batteria di Simon Phillips e vocali suggestivi della Hegerland. Il video associato è molto interessante anche se forso troppo dispersivo e troppo lungo nel rappresentare tutto il pezzo. Il lato B si apre con la brutta "Islands" cantata da Bonnie Tyler; è uno dei peggiori brani di Mike e la voce roca della cantante è sprecata per una canzone anonima che si perde subito. "Flying Start" vede alla voce il vecchio amico Kevin Ayers, pezzo e video associati sono uno spasso e ci riportano un Ayers molto pop e a suo agio in una canzone più tradizionale rispetto alle sue strambe, eccezionali, canzoni sul "bere, sullo scopare e sul bere dopo avere scopato" . "North Point" è un altro brano molto onirico e magico cantato da Anita Hegerland.

Nonostante il massiccio utilizzo di una produzione anni '80 data dal Fairlight, molti suoni sono campionati e rielaborati, il disco si apprezza per un ritorno ad una forma più complessa rispetto al precedente "Discovery" del 1984, ed è figlio anche della colonna sonora di "The Killing Fields" nei numerosi spunti etnici. Da apprezzare tutta la parte video ma il Mike di questo periodo si perderà successivamente in un disco fallimentare come "Earth Moving" del 1989, il nadir della sua produzione.

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