Per la seconda volta io, garagista convinta, sedicente punkettina, spocchiosa new waver, mi sono intrufolata al Gods of Metal.

Chi legge DeBaser sa già dell'anno scorso, la data con Guns n'Roses, Alice in Chains, Korn e Deftones. Mi aveva colpito il pubblico, oltre che le band, o meglio, l'attitudine di certe band; così sono tornata, per imparare un pò come si suona, e come si fa un concerto. Causa pioggia-casini-code varie sono arrivata solo alla fine dell'esibizione degli Scorpions, che comunque mi sono sembrati onestissimi, e davvero amati dal pubblico.

Il pubblico: meriterebbero pagine intere. Pubblico meraviglioso e impagabile, veri metallari glam con pantaloni aderentissimi leopardati, borchie e bandana nei capelli (cotonati a dovere), per non parlare delle ragazze con i tacchi alti e le calze a rete, e tutti rigorosamente inzuppati di fango, pieni di birra e di rimmel sugli occhi. Insomma, favolosi.

Presa a guardare questa folla variopinta (altrochè i topini indie tutti con la stessa maglietta a righe e gli occhiali!) mi rendo conto che è l'ora dei Velvet Revolver, un monstrum formato dai tre ex Guns n'Roses Slash, Duff e Matt Sorum e dal redivivo cantante degli Stone Temple Pilots Scott Weyland. Proprio i tre ex GnR avevano dichiarato in un intervista che la strada che avrebbero voluto intraprendere per la loro band sarebbe stata quella dell'hard rock street dell'esordio dei Guns, "Appetite for distruction", ma che la megalomania e l'appeal pop di Axl avevano costretto ad accantonare certe idee musicali. Che fosse la loro strada, sentendo alcuni pezzi di "The spaghetti incident" non c'è quasi dubbio, e questi Velvet Revolver nascono quasi per rifarsi del passato. Quando a Scott Weyland, o meglio della sua flatline, siccome il ragazzo è piuttosto malconcio, è sempre stato un ottimo cantante, anche se infinitamente meno bravo del compianto Layne Staley, e penalizzato da canzoni non sempre favolose. Quindi, in teoria, questa band formata in laboratorio, dovrebbe essere una cannonata, e infatti c'è il tiro, l'energia giusta, un songwriting discreto, buone idee, la solita maschia esibizione di assoli di chitarra e di riff potenti, ma manca qualcosa. Manca il cuore, ecco che manca. Le canzoni andavano via una dopo l'altra, e, al di là del divertimento, non lasciavano nulla. Scott Weyland ha voce, ma sul palco non è così incisivo e convincente come dovrebbe essere, gioca quasi a fare la primadonna, una sorta di Mick Jagger ante litteram, e a tratti è fastidioso. Unici momenti significativi, le cover di alcuni bei pezzi degli Stone Temple Pilots ("Sex Type thing"), e alla fine una cover di "Psycho killer" dei Talkin Heads, che a guardare bene, proprio non ci azzeccava. Insomma, un pò deludente.

A questo punto dovrebbero salire sul palco i dinosauri, i Motley Crüe, un gruppo che, confesso, conosco solo per il lato folkloristico, vale a dire, le loro incredibili pettinate, le loro abitudini (in)sane in fatto di alcool droghe e auto veloci, il loro machismo piu' che ostentato, nonché, beh, la superdote di Tommy Lee! Quindi insomma, mi sono detta, stiamo a vedere questo fenomeno pacchiano, un paio di pezzi e me ne vado. E invece, che legnata, che lezione, me ne sono dovuta stare zitta. Innanzi tutto, la presenza scenica di questi credo ormai cinquantenni è incredibile. La loro carica, la loro energia incontenibile, il modo in cui riescono a trascinare il pubblico, in cui riescono a fare ballare tutti i presenti sotto una pioggia scosciante. Ma andiamo per ordine: per primo entra Tommy Lee. Faceva freddo, ma Tommy Lee, un omone metà greco coperto di tatuaggi, stava a torso nudo. Si siede dietro la batteria e inizia a colpirla così forte che quasi non ci credo: e farà così per tutto lo show, e mi ha confermato quello che già in tanti mi avevano detto, che quest'uomo è una macchina da guerra, un tritasassi. Vi aggiungo che durante il concerto sparavano fuochi d'artificio a ritmo della cassa.

Poi arriva Nikki Sixx. Vedere Nikki Sixx mi ha sconvolto. La sagoma di Nikki Sixx mi ha sconvolto. Ho capito il giorno dopo perché: lui è un resuscitato! La leggenda vuole che Nikki Sixx ad un certo punto della sua vita sia andato in overdose, e quando l'ambulanza arrivò per soccorrerlo, aveva già tirato le cuoia. Ma uno zelante medico, (un suo fan?) decise che non poteva finire così e gli fece non una, ma due iniezioni di adrenalina nel cuore, e a questo punto Nikki Sixx resuscitò. E scrisse pure una canzone sulla sua esperienza "extra" vita. La presenza di Nikki Sixx è inspiegabile, immensa, divina. E poi alla voce, ruggente e rock piu' che mai, c'è Vince Nails, davvero eccezionale nell'incitare il pubblico, nell'esaltare la gente. Condite questo spettacolo con un ora e mezza di granitico hard rock suonato a volumi folli, con fuochi d'artificio e ogni cosa kitsch che vi possa passare per la testa, qualche spogliarellista che non può mancare (nonché la trentina di groupie scatenate che si intravedevano nel backstage) e avete il quadro di uno spettacolo perfetto. Che raggiunge il suo apice con l'esecuzione del loro inno piu' famoso "Girls girls girls" cantato a squarciagola da tutti e da una incredibile e inattesa versione di "anarchy" nei bis.

Davvero, una legnata.

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