"In anal fidelity", come dice il gaglioffo utente che poco tempo fa ha postato negli ascolti nientepopodimenoché tutto il disco da me in lastra or ora. Non ne sapevo niente io, ed è stato materialmente un Monoshock fulminante, amores perros immediato, dove il riconoscere il pezzo di merda che io so di essere, andava a fagiuolo con le bordate di rumore che mi gratificavano e mi facevano scatenare un piacere immenso nell'aver incontrato una natura "violenta" come la mia: culo e camicia.

E da queste parti non c'è gioia né splendore né prosperità farlocca, le tre Grazie in questione si chiamano Grazia, Graziella e Grazie al Cazzo, e richiamano ad una street life che non è esattamente quel banchetto in compagnia degli Dèi che tutti agognano, deviati noi da una distorta estetica dove tutto quello che è "bello" crediamo che sia elegante e pulito e comodo. Naaa, qua c'è il mostruoso fuori pose che avete sempre cercato di evitare, altro che stare adagiati su patrizî triclini a sorseggiar vini pregiati, culattoni che non siete altro. Non c'è niente di "culturale e democratico" qui, invertebrati picassiani... NULLA!

Si elabora allora che per avere il biglietto per accedere a questi contenuti musicali si deve intransigentemente essere una grandissima testa di cazzo, l'auto obliterazione del ticket passa necessariamente nel battere volutamente la testa, violentemente, contro il muro bianco per lasciarci sopra l'autografo bloody, bypassando disgraziate firme dannate. La stigma prodotta, con scarnificazione e osso frontale in bella vista, è il passepartout definitivo che ti spinge al club esclusivo di un Paradiso che ha i suoi angeli più potenti, che sono i più vicini a Dio, nell'identificarli come "brutti, sporchi e cattiiivi".

Ed eccola là (Ta' ta'!) che pur essendo vestiti di bianco, sbarellano pesantemente il nostro modo di intendere la bontà celeste, avendo notato noi che quelle camicie da notte che indossano sono come quelle del D'Annunzio anziano, con quel buco all'altezza sleppa che ti tolgono il fiato alla vista, visto che te l'hanno già infilato in gola per un deepthroat tuuutto conati. E lì ti accorgi che l'anelito all'essere ingannati da una prospettiva diabolica di "enlarge your penis", si frantuma come il tuo buco di culo quando i cherubini il batacchio te lo infilano improvvisamente a secco spingendo i centimetri (dai 20 in sù) calcolati in base ai tuoi peccati. Ed ecco che lì inizia la tua vita reale e la prima cosa che senti dalla tua coscienza è la fragranza di merda del Paradiso.

Sputa che indovini allora, la colonna sonora di tutta questa sarabanda ce l'hanno i Monoshock, giustappunto gli basta solo una scarica per farti rinsavire o disintegrarti, e tu ancora lì col tuo diapason razionale, cerchi di riaccordare il tuo retto rotto sulla frequenza del rumore di quando con le mani spacchi in due una pesca: STOK!, solo che quel rumore l'aveva già fatto il deretano "infilzato": Walk to the Fire, pedala va'...

L'evoluzione che dunque il consommé apocalittico psychedelic punk noise del Maelström musicale suddetto, è proboscidata a simulare quel tunnel che tu, nell'immediato post mortem, spereresti di ascendere, ma, dalle irrorazioni vorticose di questi angeli stronzi, tanato a fare finta che tutta quest'accozzaglia musicale ti è garbata, ha prodotto non tanto la crescita del "naso" causa-effetto bugia, ma quanto un'ulteriore crescita dell'erezione del membro dell'Angelo già ben piantato nel tuo sfintere, quagliando che la tua evoluzione animica è rimasta un po' (in)dietro e a questo giro ti tocca il salasso-prolasso. D'altro canto, per ora, "in culo t'entra, in testa no".

Orsù, domandina "o la va' o la spacca" (ricordatevi lo STOK!): reiterate continuare a scommettere al casinò l'azzardo suicida di quelle solite canzoncine sceme dei quattro scarafaggi di turno?, o preventivate un immediato "lascia tutto e seguimi" su questo soundtrack de "all'inizio fu il Verbo?"

Appurato che il sesso degli angeli non è poi così misterioso, visto che "sottosviluppati" sono, appurate pure il numero "pesante" che viene fuori a sommare tutti i numeri della roulette, 36+35+34... e così via fino all'uno, e magari qualcuno s'accorgerà in che bordello siamo capitati. E ricordando che non c'è scampo neanche se esce lo zero, che il "banco" si prende tutto, non sarà meglio puntare sull'estetica rumorosa dell'eternità suggerita da questi mascalzoncelli, invece che sulla rottamazione della vostra anima?
“I saw you baby on the astral plane,
You read my dreams just like a magazine".

Dai, revisionate i vostri padiglioni auricolari, dai che c'è pure il violino, dai... No? ...E 'STI CAZZI!

Carico i commenti...  con calma