Sabato 8 Giugno ore 7.30

Le condizioni meteo non sono delle migliori, ma non importa. Oggi devo assolutamente raggiungere l'alpe Veglia, splendida, superba conca alpina tra le mete che prediligo qui da me. Parto da Ponte Campo, 1300 metri di quota, e percorro le dure, a tratti durissime, rampe che in poco meno di un ora mi portano alla meta odierna; d'improvviso si apre questa autentica meraviglia della natura ed ogni volta sono percorso da immensi brividi per la solenne imponenza di quanto mi circonda. Quota 1750, tantissima neve ancora presente oltre i 2000 metri; sulla linea di confine con la Svizzera il Terrarossa, la Punta del Rebbio, il Pizzo Mottiscia...ma non è arrivato il solenne momento...ancora qualche centinaio di metri, supero un ponte in legno e mi fermo in pratica al centro della piana. Silenzio totale, nessuna persona oltre me...mi fermo e a questo punto posso di nuovo sollevare lo sguardo...

Che mi crediate o meno faccio fatica a continuare con la scrittura...ho gli occhi lucidi...perchè davanti a me ecco il gigante del Veglia, la cima regina: il Monte Leone con la sua enorme parete di granito ricoperta da metri di splendore bianco. Scatto una foto che ho postato negli ascolti di ieri e non possono che venirmi in mente gli inglesi Mountainscape ed il loro disco Iridescent di nuovissima pubblicazione: stessa magnetica intensità, medesima solenne profondità...rimango per qualche minuto "in bambola" come ipnotizzato da quanto ho davanti...

...ora dovrei essere pronto a parlare dell'album...

C'è davvero di tutto nel terzo disco degli albionici: Post Metal Strumentale, Black Metal, Doom, Sludge, passaggi Ambient di ampio respiro. Spiazzanti negli infiniti cambi di registro, di tempistiche esecutive nell'arco del medesimo brano come magistralmente avviene in "Belonging" che apre l'album: poche note elettro-acustiche sussurrate da lontano per tre minuti, in punta di piedi. Ma per chi come me conosce già i precedenti lavori della band sa benissimo che questa calma piatta non può andare avanti per molto...ed infatti ecco che l'impetuosa tempesta ha inizio, parte l'assalto di una pesantezza Post-Shoegaze parente strettissima dei francesi Alcest. I colori diventano purpurei, come nell'immagine di copertina; gli strumenti combattono tra di loro, procedono spediti, compatti creando una tensione emotiva da tregenda. "Towering Monoliths" è emblematica già dal titolo scelto: dieci minuti Sludge-Doom di ferale drammaticità. Il minutaggio scorre e dopo un inizio lento tutto si eleva, la chitarra diventa protagonista assoluta, con fendenti assolati che ti colpiscono in pieno, sanguinanti rasoiate che non vogliono placarsi fino al termine: catartici et monumentali...

Ci sono soltanto altre tre canzoni, ed è questo a mio parere l'unico difetto di un lavoro che in effetti dura soltanto 42 minuti: davvero troppo pochi per una Musica qualitativamente eccelsa e che mai mi stancherò di ascoltare ed apprezzare.

Disco del 2024? Per il momento di certo e sarà difficile avvicinarsi...

Ancora una cosa: per i detrattori del genere consiglio l'ascolto a volume da "tirar giù interi palazzi" dei minuti finali a salire di "Astrium"...non aggiungo altro...

Ad Maiora.

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