La lunga attesa che attanagliava da più di tre anni noi grandi fan dei Muse, ha avuto finalmente fine l'11 Settembre di quest'anno, quando la potentissima band composta da Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard, ha pubblicato il suo ultimo, bellissimo album: "The Resistance".
Già il predecessore di quest'ultimo, "Black Holes And Revelations", contenente capolavori come "Starlight" e "Kinight Of Cydonia", aveva sancito la piena maturazione musicale della band di Teignmouth. Ora questo quinto album, pieno di grandi perle, ormai a maturità raggiunta, rappresenta quel salto che ogni band compie quando è pronta a salire in cima al mondo.

E come!

Sperimentazione perfetta ed equlibrata, canzoni di profondo significato morale o sociale, suoni e ritmi accattivanti, interpretazioni magistrali. E già, perchè il caro Leader Bellamy, oltra ad essersi superato di nuovo nella composizione dei testi, questa volta ha fatto anche centro con la sua voce, che ha ormai raggiunto una completa maturazione. Ma si pongono sullo scenario mondiale anche nel farsi conoscere con le loro "imprese".

Davvero esilaranti le gag che hanno combinato i simpaticissimi Muse nel nostro paese! Alcune settimane fa, infatti, hanno giocato un bello scherzetto al programma televisivo "Quelli che... il calcio", quando, costretti a suonare in play back, hanno "suonato" con gli strumenti invertiti, e nessuno se ne era accorto! Molto simpatica anche la foto, in cui i tre ragazzi sono letteralmente circondati da delle belle ragazze, con su scritto: "Berlusconi, crepa di invidia"!

Inizio così la recensione su questo capolavoro, premettendo che lo proclamo, nella mia opinione, l'album migliore dell'anno 2009. Il disco è stato registrato interamente in Italia, sul Lago di Como. Infine tengo a sottolineare, che molte delle canzoni sono d'ispirazione Orwelliana, e la cosa mi affascina tanto. Ma l'autore dei testi è bravo anche a parlare d'amore, infatti scopriremo vivendo tutti i significati del titolo dell'album, appunto, "The Resistance". Un album con la quale i Muse sono riusciti ad esprimersi ancora meglio con la loro varietà che li ha sempre distinti, con una moltitudine di colori e sensazioni.

I muse, privi di qualsiasi di tabù, di qualsiasi litazione, con la porta delle loro menti aperta ad ogni soluzione, ad ogni possibilità, hanno potuto estrarre dal loro interno tutti i loro sentimenti e comunicarceli, dando pieno sfogo anche al loro amore per la musica. Si può così sentire rock sinfonico, richiami alla musica classica, suoni di stampo timbaliano, tecniche di chitarra e tastiere riprese nell'infinita biblioteca antica della musica, francesismi e arabismi, influenze dagli anni novanta, ottanta e settanta. Ci mettono poco, infatti, a farci rivivere i Queen, i Depeche Mode, sempre i cari Radiohead, e perchè no? Anche Chopin. Da apprezzare anche come molte canzoni, sembrano andare in un verso ma poi vanno in un altro, così come l'intero disco preso nella sua interezza. Tutto questo, senza mai perdere l'anima che li ha contraddistinti fin da "Showbiz".

Ed ecco la loro formula vincente.

Le danze si aprono in modo impeccabile: "Uprising", in italiano "Ribellione". Si inizia con una diretta sequenza ritmica che introduce un riff di tastiere elettronico e alieno che domina il potente brano. Fin da subito si percepisce che si tratta di un brano forte, ritmato, ma allo stesso tempo profondo e riflessivo. A separare ogni strofa un carismatico "come on!" che trascina la canzone fino a un ritornello davvero magnetico. Nello special delle grida come un inno di battaglia e un assolo che lancia il ritornello in modo ancora più appassionante. Potente: 8,5. La seconda traccia altri non è che la title-track, e indubbiamente uno dei capolavori dell'album. "Resistance" è contaddistinta da un bellissimo testo poetico di ispirazione orwelliana. Dopo circa 45 secondi di atmosfera parte il riff di tastiera dolce e ritmato, con un sottofondo di batteria che da slancio alla canzone. Nel ponte prima di ogni ritornello una magistrale parte con i cori. E poi, ecco espledere un bellissimo ritornello svelando magicamente il titolo dell'album: "Love is our resistance!!!". Infine si chiude con un altra fase atmosferica. Esplosiva: 9,5. La terza traccia è "Undisclosed Desires", impiantata in una sorprendente atmosfera r'n'b. Canzone insolita per i Muse, visto che priva di chitarre o piani, ma è comunque una canzone elettrica e accattivante. A mio avviso, è stato il loro tentativo di fare una canzone abbastanza commerciale ma senza mai scendere nella banalità. E stata scelta come secondo singolo e credo che il successo sarà abbastanza ampio. Irresistibile: 8. Ed eccoci arrivati a "United States Of Eurasia". La canzone dagli espliciti messaggi politici, inizia dolcemente sulla tenera voce di Bellamy accompagnata da dolci note da piano. Il tutto esplode in dei cori che richiamano subito i grandi Queen. La canzone è di ispirazione dai Queen è ed è lampante, i cori, le progressione, la chitarra strillante proprio come quella di Brian May. Dopo il ritornello una bellissima parte orientaleggiante che credo si concili bene col resto della canzone. Infine si conclude con un finale brillante Ma non è finita! Perchè parte "Collateral Damage", un bel pezzo di piano che richiama Chopin e con un rumore simile al motore di un aereo. Eclettica: 8,5. "United States Of Eurasia" è infatti lo snodo ferroviario dell'album: chiude la prima parte, e lancia la seconda. Inizia ben lanciata, infatti, "Guiding Light", una buona canzone. Canzone in salita che raggiunge il suo picco durante un poderoso assolo di chitarra e nel ponte in cui Bellamy ci da dimostrazione della sua forza vocale. Godibile: 7,5. Si prosegue con "Unnatural selection", quasi sette minuti di ritmato punk che alterna vari temi musicali, tra scariche di adrenalina e pezzi di profonda quiete, e caratterizzato da un ritornello molto gradevole. Molto belli durante, quest'ultimo, i cori di sottofondo. Apprezzabile: 8. Si passa così a "MK Ultra", che si apre con un riff straordinario di tastiere e che si protende poi in sottofondo per tutta la canzone. La velocità ci fa rivivere i primi Muse e da un altra sferzata di ritmo al già cangiante album. Fulminea: 7.5. L'ottava traccia è geniale. Si tratta di "I Belong To You/Mon Coeur S'ouvre A Tà Voix", che miscela pop, classica e jazz. Un riff dolce in sottofonda, l'interpretazione ottima di Matt Bellamy con un ritornello davvero romantico e intenso. Un intermezzo francese e poi un ulteriore ripresa del brano originale che può così competarsi in maniera eccellente. Romantica: 8,5. Ed è qua che si apre la sinfonia Exogenesis, divisa in 3 parti. La prima parte è "Overture". Questo è il momento culminante dell'album. Un atmosfera epica, violini, con il tocco spettacolare della chitarra, il tutto avvolto nell'intensissimo falsetto del cantante. Bellissima, sensazionale, perfetta, con un arpeggio di violini davvero geniale. Magistrale: 10. La seconda parte è intitolata "Cross Pollination" in cui riappare il pianoforte e l'alternanza dei violini e voce crea un effetto molto speciale. Ottima: 8,5. Infine, a chiudere l'album, l'ultima parte della sinfonia: "Redemption". Ancora più dolce delle due parti precedenti, chiude sofficemente un disco bellissimo. Soffice: 8.

Traccia Migliore: "Resistance"
Tracce chiave: "Undisclosed Desires", "Unites States Of Eurasia", "Exogenesis Symphony"
Voto: 9

Mr. The Fly

Elenco tracce e video

01   Uprising (05:02)

02   Resistance (05:45)

03   Undisclosed Desires (03:54)

04   United States of Eurasia / Collateral Damage (05:47)

05   Guiding Light (04:11)

06   Unnatural Selection (06:53)

07   MK Ultra (04:04)

08   I Belong to You / Mon cœur s'ouvre à ta voix (05:39)

09   Exogenesis: Symphony, Part 1: Overture (04:18)

10   Exogenesis: Symphony, Part 2: Cross-Pollination (03:55)

11   Exogenesis: Symphony, Part 3: Redemption (04:29)

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Altre recensioni

Di  tomgil

 Bellamy è una sorta di Tarantino della musica del Duemila, capace di unire sacro e profano in un solo disco.

 Questo album conferma i Muse come una delle band mainstream più interessanti e meno scontate oggi in circolazione.


Di  nss_gabriele

 Un album coraggioso, sincero nonostante una produzione sfarzosa, privo di un capolavoro energico ma dalla qualità media più alta che in passato.

 I Muse, liberatisi da fascinazioni esotiche, comunicano questa volta con rinnovata varietà espressiva e capacità tecnica senza freni inibitori.


Di  Starblazer

 Mi sono bastati pochi secondi di ascolto per cancellare queste titubanze da miscredente e provare il piacere di riaccendere una fiamma mai del tutto sopita.

 L'apice assoluto, il capolavoro del disco è senza ombra di dubbio la sognante utopia di "United States Of Eurasia", che si può definire a pieno titolo la "Bohemian Rhapsody" dei Muse.


Di  temi

 Questo è un album in cui non ci sono cadute di tono, l’ispirazione è sempre massima, la genialità cresce brano per brano.

 Prendete il capolavoro “United States Of Eurasia”: a tratti è spudoratamente à la Queen, altrove intermezzata da un’orchestra arabeggiante fino al finale con Chopin.


Di  KIMIr

 E tutto insieme suona veramente "da Dio".

 Exogenesis Symphony ... è indescrivibile quanto si può provare nel concentrarsi ed ascoltare solo quanto esce dal proprio stereo.