La mia tangibilmente crassa ignoranza non concede di sapere sé l'ultima fatica concessa dalla aulicamente talentuosa, esoticamente aggraziata, vocalmente lapislazzulare Natacha possa esser qualitativamente degna et correttamente paragonata a quelle di una tra le Sue riconosciute quanto illustri muse ispiratrici presente all'interno di cotanta raccolta reinterpretàtiva: la sublime vocalista Fairuz, autentica istituzione del bel canto all'interno del mondo musicale Arabo.

La Atlas nel corso dei dodici diversificati frangenti ivi radunati regala svariati quanto intriganti repechages estratti dal repertorio della settantatrenne libanese: in primis l'evocativo et sinuoso adagio posto in ouverture, la struggente "Ya Laure Hobouki".

Tra i frammenti maggiormente degni di nota, nei quali viene perfettamente spalleggiata dai raffinatamente esotici e sottilmente ricchi ricami strumentali intrecciati dal pregevole ensemble multietnico The Mazeeka Ensemble*, porrei in evidenza gli intensi gorheggi profusi nella energica litania "La Teetab Alayi", così come i frammenti nei quali la Nostra esplora a ritroso gli arcaici tempi tra suggestioni desertiche (la spettacolosa "Lammebada") o conceda celestiali sovrapposizioni vocali ("La Vida Callada)" materializzando infine davanti ai nostri increduli occhi arcigne lande florealmente lussureggianti (l'Irish standard "Black Is The Color"), porzioni nelle quali si vivono, non del tutto attesi con tale magniloquenza, intimi quanto intensi istanti di gratificato piacere auricolare.

Merci beaucoup, Madame & Messieurs.

 

* Harvey Brough (piano/acoustic guitar/backing vocals); Clara Sanabras (baroque guitar/ukulele/vocals); Neil Charles (double bass); Louai Alhenawi (ney); Aly Abdel Alim (percussion/backing vocals); Samy Bishai (violin); Julian Ferraretto (viola); Ian Burdge (cello)

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