Spesso e volentieri le uscite postume di inediti sono semplici mosse commerciali, attuate dalle case discografiche per speculare il più possibile sul nome di gruppi che hanno già detto tutto quello che avevano da dire. Capita così che demo tapes, b-sides e pezzi scartati o perfino incompleti trovino spazio in cd che in fin dei conti non possiedono poi tutto quel valore che vorrebbero dare ad intendere. Ma non è questo il caso...

Nel 1996 esce quello che avrebbe dovuto essere il naturale esordio dei National Health e porta un nome significativo quanto prevedibile: "Missing Pieces". I brani che lo compongono risalgono al periodo in cui la band si fregiava della presenza di ben sette elementi, come dall'idea originaria dei fondatori Alan Gowen e Dave Stewart. Accanto ai sopracitati tastieristi troviamo infatti i due chitarristi Phil Miller e Phil Lee, il batterista Bill Bruford, il bassista Mont Campbell e la vocalist Amanda Parsons. Nonostante questa sia la line-up di base, fanno la loro apparizione nel disco anche Steve Hillage, Neil Murray, Pip Pyle, John Greaves e Barbara Gaskin, a confermare che le tracce sono state registrate in periodi diversi nella breve storia del complesso.

Il grande protagonista di quest'opera è Mont, che firma la maggior parte delle composizioni ed esce vittorioso dalla sfida con Dave (autore anch'egli di molti pezzi) su chi fosse riuscito a creare il brano più complesso. Lo scettro va infatti a "Zabaglione", traccia praticamente indescrivibile, che, nonostante l'articolatezza, riesce a mantenersi vivace ed interessante senza scadere in passaggi eccessivamente cerebrali ed intricati nonché fini a sé stessi. Sulla stessa lunghezza d'onda si muovono le ottime "Agrippa" e "Paracelsus", dove Bill, con il suo tocco sottile, guida gli altri musicisti lungo territori musicali confinanti con il jazz, ma ancora illuminati da un caldo riflesso grigio e rosa, come se il batterista avesse sempre avuto il suono di Canterbury nel sangue.

"The Lethargy Shuffle & The Mind-Your-Backs Tango" e "The Lethargy Shuffle Part 2", danno spazio alle due chitarre degli altrettanti Phil (Miller e Lee) che si affiancano alle onnipresenti tastiere di Alan e Dave, le quali spadroneggiano anche in "Croquette For Electronic Beating Group", con il basso di Mont in bella evidenza, e in "The Towplane & The Gilder", che richiama molto da vicino le sonorità delicate ed eleganti dei Gilgamesh (non a caso il brano porta la firma di Alan). La stupenda "Clocks and Clouds", cantata da Amanda, oltre ad essere uno dei punti più alti del disco, è uno dei pochissimi pezzi ad avere un testo, insieme alla decisamente più modesta "Starlight on Seaweed", eseguita soltanto da Dave e dalla moglie Barbara e registrata molti anni dopo le altre. Non mancano neppure dei divertenti intermezzi come la stonatissima "Bourée", un estratto di "Phlakaton" in cui il pubblico diligentemente tenta, non senza un notevole sforzo, di cantare l'astratto testo di Pip e un ultimo saluto ripreso da "Walking the Dog".

Sembra davvero straordinario come questa band, nella sua pur fugace esistenza, sia riuscita a confezionare un capolavoro dietro l'altro senza mai commettere un passo falso. Il disco in questione in effetti non può essere considerato come un incisione in studio, visto che praticamente tutte le tracce sono riprese da esibizioni live o da sessioni radio (l'audio chiaramente un po' ne risente), ma questo non fà altro che rendere questo lavoro ancor più eccezionale e meritevole di attenzione, perlomeno per gli amanti di questa misconosciuta corrente musicale.

Elenco tracce e video

01   Bourée (00:53)

02   Paracelsus (inc. Bourée reprise) (05:36)

03   Clocks and Clouds (06:47)

04   Agrippa (08:22)

05   The Lethargy Shuffle & The Mind-Your-Backs Tango (09:19)

06   Zabaglione (07:47)

07   Lethargy Shuffle, Part 2 (04:36)

08   Croquette for Electronic Beating Group (03:51)

09   Phlâkatön (00:25)

10   The Towplane & The Glider (05:12)

11   Starlight on Seaweed (03:07)

12   Walking the Dog (extract) (00:25)

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