Giro per il negozio di musica in cerca di qualcosa che mi intrighi, ho voglia di un cd rap, visto che ultimamente è un genere che mi sta prendendo non poco. E sullo scaffale, a fianco di "Penna Capitale" dei Club Dogo e "Turbe Giovanili" di Fabri Fibra, trovo questo "Neffa & I Messaggeri Della Dopa".

Senza indugiare troppo lo acquisto, torno a casa, metto il disco nello stereo e...ecco che le casse iniziano a pompare il ben di Dio: Neffa, Deda, Dj Gruff (I Sangue Misto, intendiamoci), 99 Posse, Kaos One, Fritz Da Cat, Joe Cassano, i primi Articolo 31, Lord Bean, Frankie Hi-Nrg MC...a mio parere i grandi "mostri" della scena che hanno reso orgoglioso il nostro paese in questo campo (che tutti sanno non sarà mai paragonabile a quello americano, ovviamente, perché artisti come i Public Enemy, Run Dmc o lo stesso Tupac qui da noi se li sognano, in parte.)

Ma ora, dopo questo personalissimo e (spero) condivisibile pensiero, torno al disco. Non sprecherò troppe parole, dico solo che è terrificante il fatto di non avere trovato nemmeno una recensione o un commento su uno dei più bei capolavori hip hop mai realizzati in Italia, epico già dalla copertina dove viene raffigurato Neffa con in bocca una canna (o quello che può vagamente sembrare), stile gangster anni '40 (cool). Ma è il sound del disco che colpisce: bassi potenti, campionamenti eccellenti (la maggior parte da parte del magico Deda), collaborazioni leggendarie e un puro, crudo e sano RAP. Certo Neffa magari come writer non sarà il massimo (c'è molto di meglio in giro), ma non si può negare il fatto che abbia contribuito moltissimo nella scena underground, proponendo un hip hop duro e cupo, ma spesso anche romantico, leggero, sognante ma mai banale.

La prima traccia "In Linea" è già un capolavoro: base street hip hop che sembra far partire un album hip hop americano, fino al ritornello campionato da "Piglia Male" (pezzo storico dei Sangue Misto, ex gruppo di Neffa). Segue "Aspettando Il Sole", la più famosa dell'album e forse la più conosciuta del Neffa rapper: base magnifica, testo da brividi e un bellissimo ritornello cantato da Giuliano Palma (prima che finisse a giocare a PES con Gue, Jake La Furia e compagnia bella). Degne di nota sono anche "Puoi Sentire Il Funk", con un'ottima base funky che ricorda vagamente Stevie Wonder, la malinconica "Solo Un Altro Giorno" e la violenta doppietta "I Messaggeri", che ospita artisti come Sean e un Kaos One ispiratissimo (che poi avrebbe risposto con "Fastidio" nel '96, altro emblema dell'hip hop made in Italy); di buon effetto, anche se non eccelse, sono l'orecchiabile "La Ballotta" e l'ipnotica "El Chico Loco", che rimanda in parte a "La Porra", specialmente nel ritornello.

Quindi....album spiazzante, epico, caldissimo, che tiene testa ancora oggi a tutte le "novità" (bleaah) in campo rap nostrano italiano, che non può mancare nella collezione di un amante dell'hip hop.

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