Si respira aria fredda in questo album, desolata, triste, trascinata fra sintetizzatori di ogni genere, angosciosi violini, pianoforti che risuonano nel vuoto, brevi attimi di cori speranzosi, canti trascinati, accenni di groove altalenanti e pareti sonore che si ereggono e si distruggono ad ogni battuta.

L’album “Skeleton Tree" di Nick Cave and The Bad Seeds del 2016 l’ho vissuto fin dal primo momento della sua uscita. Ascoltato in ogni modalità e approfondito cinematograficamente con “One More Time With Feeling” e non solo. Ciò che ho concluso dopo tutto questo, è che “Skeleton Tree” è un album che va ascoltato una sola ed unica volta. E’ una conclusione alla quale si può arrivare solo se l’album lo si consuma di ascolti, perciò in realtà, a meno che voi non vi vogliate fidare di uno sconosciuto, dubito che la mia affermazione possa avere un qualche senso. Ma effettivamente perché Skeleton Tree è un album da ascoltare massimo una o due volte? Presupponendo una certa maturità musicale nell’ascoltatore medio di un artista come Nick Cave, posso azzardare dicendo, che un album del genere è così chiaro nei suoi intenti, che già al primo ascolto buona parte delle persone ( se non tutte ) hanno recepito il suo messaggio (attenzione non intendo capito). I suoni sintetizzati, l’assenza quasi totale di bassi e chitarre elettriche e il completo distacco musicalmente parlando dal passato, porterebbe a pensare ad un’evoluzione dell’artista, io invece credo il contrario. Un ritorno ad un passato mai vissuto, fatto di suoni mai sperimentati che apparentemente sembrano più complessi rispetto al classico stile di Nick, ma che invece racchiudono una semplicità sconvolgente, ecco perché Skeleton Tree va ascoltato una sola volta, una sveltina in un sudicio bar che ti regala emozioni più forti di una notte con tua moglie, alla sola condizione che sia la sola e unica volta, prima cioè di renderti conto che effettivamente ti stai facendo solo una sveltina. Molti crederebbero a questo punto che tutto questo sia un difetto, che il fatto che un album del genere ti possa emozionare solo al primo ascolto, non sia di certo una descrizione di cui vantarsi, che il concetto di involuzione musicale sia prettamente considerata negativa e posso darvi ragione, ma per Skeleton Tree è diverso, ed è per questo che personalmente l’ho amato e l’amo tutt’ora, nonostante continui a cantarmi sempre la solita storiella. Analizzerò quella che innegabilmente può essere presa, sopratutto al seguito del mio ragionamento, come la canzone emblema dell’album, la più scontata e personalmente la più attesa: “I Need You”. Prima di affrontare tale discorso è necessario fare un passo indietro per poter comprendere appieno lo spirito dell’album e contestualizzare la traccia. Nick Cave subisce un anno prima circa dell’uscita dell’album, una tragedia che non si potrebbe descrivere nemmeno in una discografia intera: la morte di un figlio. Quando una tale catastrofe si abbatte sulla tua vita, c’è veramente qualcosa di giusto da dire o da cantare? Ci sono note che possono descrivere la semplice complessità delle proprie pulsioni interiori? No. Nessuno mai capirà cosa significa perdere un figlio, se non lo si perde personalmente, non ci riuscì Clapton e non ci riesce Cave e non che volessero farlo anzi, in una situazione del genere non hai di certo la presunzione di poter far capire agli altri cosa significa veder morire la creatura a cui hai dato la vita, anche se ti credi l’artista migliore del mondo e l’arrivato di turno, non ti passa nemmeno dall’anticamera del cervello. Io credo che “Skeleton Tree” ( album) e in particolar modo “I Need You” siano canzoni egoiste, realizzate solo per chi le ha composte e per nessun altro. Con un dolore tale appeso al cuore non sei in grado di concepire dei grandi ragionamenti o cantare testi poetici che invano cercano di descrivere ciò che provi, l’unica cosa che puoi fare è racchiudere il tutto in una semplice e banale affermazione: “ho bisogno di te”, ripetuta senza sosta in un canto trascinato sulla soglia delle lacrime, questa (forse) è l’unica cosa che potrebbe aver senso fare.

Concludo citando lo stesso Nick Cave che nel documentario “One More Time With Feeling” dichiara che molti pensano che per un artista un evento del genere possa essere un terreno fertile per coltivare nuove canzoni e album, ma non è così, perdere un figlio è un evento cosi forte emotivamente parlando, che finisce per renderti apatico e limitare la tua capacità artistica e “Skeleton Tree" è proprio questo, un’ involuzione di un artista straordinario che va ascoltato, compatito, pianto e poi lasciato sulla mensola con la consapevolezza che, seppur nella sua banalità, non potremmo mai capire fino in fondo ciò che si prova in una situazione del genere, nemmeno dopo un milione di ascolti.

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