Nuovo lavoro per i Not A Good Sign, talentuosa formazione new-prog italiana formata da membri degli Yugen (Paolo “Ske” Botta alle tastiere e Francesco Zago alla chitarra, quest’ultimo uscito dopo le registrazioni del nuovo disco e sostituito da Gian Marco Trevisan). Successivamente si sono aggiunti anche elementi de La Coscienza Di Zeno (il bassista Gabriele Guidi Colombi, qui però assente, e il bravo cantante Alessio Calandriello). “From a Distance”, questo il titolo dell’album pubblicato dalla Fading Records/AltrOck – label sempre attenta alle nuove produzioni nostrane in ambito new-prog -, conferma tutta la freschezza e l’indubbio spessore del loro sound. I Not A Good Sign si rifanno al prog degli anni ’70 ma non in maniera calligrafica e a volte sterile come qualche altro gruppo italiano. Si sente indubbiamente l’influenza dei King Crimson, ma anche di gruppi new-prog come Echolyn, Anglagard e Anekdoten ma il tutto viene rielaborato con una spiccata sensibilità personale e moderna. Non ci sono lunghe suites ma bensì tracce brevi e condensate. L’ iniziale “Wait for Me” è subita incisiva e ritmica con evidenti riferimenti ai grandi Echolyn. Nella successiva “Going Down”, tranquilla e malinconica, emerge l’ottimo e raffinato lavoro di Paolo “Ske” Botta alle tastiere – importantissimo nell’economia del sound - mentre Alessio Calandriello si conferma un’ottima voce. In “Flyng Over Cities” risplendono ancora le sontuose sonorità delle tastiere oltre alle chitarre nervose e “frippiane” di Francesco Zago. “Not Now” inizia con i suoni di un oboe e prosegue con continui cambi di tempo. “Aru Hi No Yoru Deshita” è un intermezzo classico. Si riparte con la “crimsoniana” “Pleasure of Drowning”, una traccia molto dura che mi ha ricordato qualcosa di “Red”. “I Feel Like Snowing” procede in maniera pacata – fino a un break chitarristico - con i bei suoni del vibrafono e del piano e l’intensa voce di Calandriello e mi ha ricordato certi Anekdoten. “Open Window” è cupa e drammatica, in questo ancora “crimsoniana”. Chiudono “The Diary I Never Wrote”, epica e con una melodia irresistibile e la breve “Farewell”. A mio avviso ci troviamo di fronte a un album di altissimo livello. Mi sento di consigliare caldamente “From a Distance” ai progster ma non solo.

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