Il 2017 è stato un anno, musicalmente parlando, di side project per quello che mi riguarda. Questi OCS sono un estemporaneo progetto parallelo degli Ohsees, sempre capitanati da John Dwyer, ma che qui veste gli insoliti panni del folk singer. In verità OCS era il nome di un progetto paralleo ai Coachwhips (prima band di Dwyer) attivo 20 anni or sono e rispolverato per onorare la centesima uscita della sua etichetta Castle Face Records. Un lavoro estemporaneo quindi, e che, descritto così, potrebbe attirare ben poco. E invece “Memory...” ha la solidità concettuale di un disco scritto con calma e ispirazione.

Al progetto collaborano l'amica Brigid Dawson all'organoe voce, e Mikal Cronin agli archi.

Variegato e spiazzante l'ascolto di questo “Memory...” (che, a dispetto del titolo, non sembra fare il verso ai nostrani CSI) per il suo vagabondare erratico in lande sconosciute alla band di Dwyer. Dal country rock della titletrack, si passa per madrigali simil medievali, impreziosite dall'ugola della Dawson (“The Remote Viewer”), bucolici quadretti simil wave che si sciolgono in glitch analogici (“The Baron Sleeps And Dreams”), ritorni di fiamma del flauto traverso, vecchia passione di Dwyer (“On And On Corridor”) fino al ritorno country folk della finale “Lift A Finger”.

Encomiabile il lavoro di arrangiamento di quasi tutti i brani, soprattutto gli archi (sentire la fragile “The Fool” a conferma), e, anche se in alcuni casi si rasenta il plagio verso il Bowie classico (“The Chopping Block” inizia identica a “Space Oddity”) e uno stato catatonico esagerato (“Time Tuner”), nel complesso esperimento piacevole e molto riuscito.

Carico i commenti... con calma