Entrate in una stanza, accendete lo stero inserite il cd e preparatevi a partire per un incubo.

Dal momento del vostro "Play" i prossimi 27 minuti e 18 secondi saranno decisamente impegnativi.

Pronti via, si parte, un rumore simile ad un treno che passa vi accompagna con strane vibrazioni verso una destinazione a voi totalmente nuova.

Dal nulla appare, eccola... un lento e melodico riff di chitarra, si è bassissima ma è una chitarra, comincia a farvi da guida in questo viaggio.

Interferenze... mentre lei, continua a farvi sobbalzare.

2001 Odissea nello strazio, questo potrebbe essere il sottotitolo di questo "Seminar III - Zozobra" degli Old Man Gloom, un reale strazio dei sentimenti e delle conoscenze fin qui considerate fondamentali per la sopravvivenza umana.

Non c'è assolutamente niente per i primi 6 minuti se non la chitarra che guida l'ascoltatore verso un al di là che ancora non ha una forma concreta.

Si parte, e improvvisamente appare una voce metallica che sembra quasi richiamarci ad una realtà irreale. Incubi di pseudo androidi, questo è il nostro scenario.

Gli Old Mann Gloom del geniaccio Aaron Turner (Isis) arrivano al seme della concezione della musica. Tutto è superfluo e non indispensabile. La musica stessa sembra non esserlo più, si sale e si parte per un viaggio malato, questo è il concetto da tenere bene a mente.

Non si possono analizzare le tracce di questo disco perchè questo disco è una traccia unica, questo disco è una cosa unica, questo disco è un incubo unico.

Ed eccola li che esplode questa Zozobra al suo primo cambio dopo quasi 8 minuti, il basso, la batteria e la voce esplodono contemporaneamente mentre la chitarra ricalca ancora il riff iniziale in una sorta di sogno post-atomico.

Dolore, disperazione, rabbia, fastidio, senso di soffocamento, questo ci dice questo disco, ed è qui che gli Old Man Gloom vogliono portarci... nel loro mondo!

Stacco e via, si cambia tutto improvvisamente il ritmo si fa molto più serrato tutto assume connotati molto più canonici, con una batteria gonfissima nel miglior stile Sludge/Stoner/Doom questi signori ci fanno capire cosa sia la pesantezza rapportata alla musica.

Distorcere e distruggere. Distruggere e distorcere, questo mette in atto Zozobra, tutto si distorce, le chitarre, la voce la batteria... tutto! L'aria intorno si distorce... se avete un buon impianto stereo tutto diventerà molto, molto poco piacevole per i vostri vicini e per voi, qualora soffriate di cuore.

 Siete claustrofobici? In tal caso tenetevi assolutamente lontani da questo disco, ovunque lo ascoltiate vi porterà all'interno di una piccolissima stanza nera e senza finestre, dove solo l'aria distorta e la voglia d'impazzire vi potranno far compagnia.

 Questo è un disco malato, un disco ormonalmente concepito male, non ha un inizio normale, non ha uno svolgimento normale e non ha nemmeno una fine normale.

I vostri 27 minuti e18 secondi si stanno per concludere, e un crescendo di feedback oscuri, e di riffoni di chitarra pesanti come macigni vi guidano verso la fine del tunnel, ma questa volta non c'è nessuna luce ad aspettarvi solamente buio, tanto intenso buio.

Fruscii, Feedback, Fruscii, Feedback, Fruscii, Feedback, Fruscii...

 

Fine.

 

Disco buonissimo, voto altissimo!

In bocca al lupo.

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