Con un nome cosi neutrale e quasi anonimo, gli Omni non sono certo un gruppo facile da rintracciare. Provate a scrivere queste quattro lettere sui motori di ricerca!

Eppure questi ragazzi hanno un pedigree notevole, con membri come Frankie Broyles, già impegnato con progetti come Deerhunter e un bel paio di pubblicazioni da solista. Dopo una manciata di uscite lo-fi, la band si è decisa a mettere un po' più a fuoco la propria formula. I suoni sono meno "Portastudio" e più "Studer" (chi capisce, capisca!) acquistando più profondità e dinamiche rispetto a uscite passate. Il Lo-fi è un gusto estetico particolare, un pò come una Seadas. C'è a chi piace il miele con il formaggio di pecora, e chi invence non riesce proprio a buttarlo giù! Per me, la sporcizia e la bassa definizione sono scelte estetiche che possono funzionare molto bene in certi contesti, e penso che gli Omni ne abbiano fatto buon uso fino ad ora. E' anche però giusto cambiare un pò, e penso sia stata una mossa saggia provare a fare un disco con un suono non certo moderno, ma decisamente più raffinato e forse appetibile a un pubblico più ampio (per non tirare in balo la bestemmia "commerciale!")

Nonostante la produzione più addobbata, gli Omni non perdendo quel senso di naturalezza che sembra venire cosi bene agli artisti che registrano la loro musica senza preoccuparsi troppo di separazione e definizione.

“Networker” è un album che veramente ha un sapore di grande mela, anche se il gruppo proviene da Atlanta. Ti porta dagli Strokes degli esordi alle schitarrate spigolose dei primi Television. Se chiudi gli occhi puoi quasi vedere il nastro magnetico che gira, i piccoli combo amps che spingono le chitarre in saturazione, mai sporchissime, ma abbastanza da reggere il tutto. C’è sempre chi dirà che non c’è molto di originale in questa formula: è stato fatto, è stato detto. Io invece dico: chi se ne frega? Gli Omni mi convincono molto nel loro modo di interpretare il rock and roll. Si rifanno all'attitudine del genere più viscerale, ma filtrano l'immagine attraverso dei grossi occhiali da nerd, come se Elvis Costello si fosse bevuto un po' troppe red bull prima di salire sul palco. Se cercate un disco che vi faccia sentire di avere scoperto un tesoro in una vecchia cassa di vinili dimenticati in una soffitta sin dagli anni 70, questo potrebbe essere per voi.

Se invece non vi piacciono i gruppi che si rifanno palesemente al passato, questo probabilmente non vi farà cambiare idea!

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