Un sabato sera come tanti ritorno a casa a tarda notte, dopo una divertente serata con gli amici. L'insonnia mi aveva intrappolato nel suo castello e il sacro e dovuto sonno si allontanava sempre di più. Decisi di mettere su nel lettore un disco, con lo scopo di riuscire a cadere nelle braccia di Morfeo. "Still Life" degli Opeth fu la mia scelta per sconfiggere i fantasmi della notte.

Mi addormentai e il sogno cominciò...

I miei sensi provarono emozioni fortissime, inqualificabili. Venivo trasportato verso paesaggi fantastici ed evocativi. "The Moor", raffinata e inimitabile, è l'inizio della fine mentre tesse la sua ragnatela di chitarre acustiche, spettrali quanto affascinanti. La complessità del sound, mai banale, è accompagnata dalla meravigliosa voce Mikael Akerfeldt, pronta a implodere dentro il mio cuore con growl tetri e potenti. Vado avanti per la mia strada e incrocio sensazioni più forti con "Godhead's Lament", più decisa delle altre, ma pur sempre episodio di grande elaborazione e immediatezza.
Le mie cellule celebrali subiscono un rilassante stordimento sugli arpeggi di "Benighted", realizzati da Akerfeldt con l'ausilio di Lindgren.
Il sogno si interrompe per un limitato periodo: il tempo di tornare alla realtà e di percepire che "Moonlapse Vertigo" potrebbe diventare una delle colonne sonore della mia vita.
Riprendo la retta via è arrivo a toccare il cielo con un dito ascoltando "Face of Melinda", ispirata alla donna responsabile del finimondo raffigurato nei testi di tutto il disco. Tocchi di classe intrecciati a idee originali, che accarezzano il mio viso con delicatezza e passione.
"Serenity Painted Death" è buia e micidiale. Contiene un grande tocco geniale, reso ancora più forte da un'atmosfera affascinante, ricca di colori e suoni evocativi. Una voce melodiosa e trascinante reca piacere alla mia anima, regalandole sensazione uniche, complice un song-writing lungo, inimitabile, sensibile e mai stancabile, accompagnato dalla melodia che rende unica questa musica. Termino il mio viaggio con "White Cluster", mix finale di raffinatezza neoclassica e sperimentazioni oscure, sconfiggendo definitivamente le tenebre.

Il sogno è finito. Mi sveglio e torno alla dura realtà, affiancata da una vita piena di insidie e di bivi da affrontare con coraggio e determinazione.
Con una consapevolezza in più però: quella di avere nella mia bacheca personale un meraviglioso disco e che gli Opeth sono un gruppo unico, rei di aver inventato un genere garante di fantasia straordinaria, tecnica assurda e melodia affascinante.

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