"One Hour By The Concrete Lake" (1999) è il loro secondo lavoro, tuttavia solo il primo a giungere in Europa. Il loro disco di debutto, "Entropia" (1998) fu pubblicato in Giappone ma non ebbe molto successo di critica in Europa e Stati Uniti, prima della diffusione appunto di One Hour…
Potreste chiedervi cosa voglia indicare il titolo di questo disco, dunque… l'idea che vi è alle spalle è tra le cose più interessanti di questa pubblicazione; in pratica si tratta della radioattività del lago Karachay nell'ex URSS. Chi non conosce gli eventi di Chernobyl al giorno d'oggi, ad esempio, si tratta di una vicenda che fece molto scalpore all'epoca. Tuttavia, vi sono fatti… come quelli all'oggetto del disco, meno famosi ma ugualmente tristi e deplorevoli. Dunque, tale lago veniva usato nel 1951 come contenitore di rifiuti tossici per la vicina centrale nucleare chiamata Mayak… analisi tecniche riferite al fenomeno delle radiazioni e della polluzione presenti in quel lago permettono agli scienziati di affermare che un'ora trascorsa nelle prossimità del lago sia letale per qualsiasi essere umano; da qui il titolo del disco. Del resto tale lago e la zona attorno ad essa è indicata come la più a rischio in tutto il mondo per la polluzione, e ciò nonastante il lago nel 1960 abbia iniziato un processo di prosciugamento conclusosi nel 1993. Tra il 1978 e il 1986 Karachay è stato 'riempito' con almeno 10.000 blocchi di cemento per impedire che le polveri e gli elementi chimici contenuti in esso potessero volare via facilmente trasportati dal vento. Il lago risulta attualmente coperto nella sua totalità da blocchi di cemento… interessante come la stessa Wikipedia associ i fatti relativi a tale lago al lavoro dei Pain Of Salvation.
Daniel Gildenlow, chitarrista\cantante\compositore principale dei Pain Of Salvation è sempre stato molto attratto da argomenti politici, dall'ingiustizia sociale e da ogni altro fenomeno di sopruso dei quali il nostro mondo è purtroppo pieno. Daniel scrisse il 'concept' che sta dietro "One Hour" in contemporanea con l'ascolto di numerose Relazioni Internazionali e lo studio di alcune nozioni di Fisica Nucleare imparate durante il periodo scolastico. Con One Hour Daniel finalmente si rende conto di avere il coraggio necessario per diffondere un 'messaggio positivo' con i testi dei suoi brani. Questo è il disco grazie al quale i Pain Of Salvation hanno capito di avere le potenzialità per riuscire a smuovere qualcosa nel mondo grazie ai loro dischi. Fondamentalmente, è questo il messaggio presente nel cuore di ogni 'metallers', o sbaglio?
Il disco si apre con la breve intro "Spirit Of The Land" che ha il compito di introdurci alla realtà del disco in termini generali, mentre nello specifico essa ci culla verso la successiva traccia, "Inside", grazie all'eccellente lavoro svolto dalle tastiere che subito riescono a catturare l'attenzione dell'ascoltatore. E' davvero un'intro ben sviluppata che si giova del lavoro svolto anche da chitarra, basso e batteria… e che infine trae il massimo dalla splendida voce di Daniel. L'inizio del disco ci chiarirà subito di che pasta è fatto questo "One Hour" permettendoci di intuire che in alcuni momenti esso sarà molto duro sia come testi che musiche. Ad esempio:
"I was told the pain and hunger was not my fault… "
A livello di testi l'album affronta temi quali la guerra, la guerra industriale, lo sviluppo di determinate tecniche produttive e infine il fenomeno della polluzione. Il sotto 'concept' del disco vede anche un uomo alla ricerca del 'giusto' modo di vivere. Tutti i dischi dei Pain Of Salvation sono dei concept album, ma One Hour oltre appunto ad affrontare il tema principale si sofferma su alcune storie indipendenti; e invece di raccontare la storia direttamente, combina il tema principale e le sotto-storie in una maniera atipica e di sicuro successo. Gildenlow crede che sia ancora possibile creare concept-album che tuttavia abbiano testi separati dal tema principale e che si concentrino su più temi anche. Basti considerare che per volere di Daniel… il disco è stato registrato dopo che egli stesso aveva realizzato uno scritto contenente i vari temi da utilizzare dalla lunghezza di 600 pagine.
Paragonato al suo predecessore "Entropia", "One Hour" risulta meno dispersivo e più maturo nonostante il numero di temi trattati sia maggiore. Entropia era fesco e crudo ed aveva senza dubbio più grooves; mentre "One Hour" risulta un pochino più rigido. Ma il loro disco precedente prendeva in prestito numerosi elementi musicali non propri del prog-metal e di conseguenza non dava il senso di completezza che invece questo lavoro possiede. Forse il tentare di percorrere nuove strade ogni secondo musicale li aveva portato leggermente fuori strada.
La quinta traccia "Handful Of Nothing" mostra una delle prove vocali più convincenti di Daniel, perfettamente a suo agio nei vari cambi di tonalità. La complessa sezione ritmica è davvero incredibile… sarà stato molto difficile per Daniel riuscire ad esprimere la giusta emozione vocale al momento giusto. Questo è sicuramente un altro aspetto che rende i Pain Of Salvation diversi dalle altre band che producono prog-metal. Loro non realizzano magie tecniche per sorprendere i fans; mentre è tuttavia chiaro che siano dei musicisti estremamente dotati stilisticamente, sembrano però focalizzarsi di più sul lato emozionale del prog-metal, che al giorno d'oggi non è sicuramente cosa comune, specialmente se consideriamo l'alto numero di cloni dei Dream Theater presenti sulla scena musicale.
La voce di Daniel è difficile da descrivere, egli è sicuramente uno dei più versatili e multi dimensionali cantanti di tutti i tempi (due che potrebbero reggere il confronto sono Keith Sudano degli "Eternity X" e Dan Swano di "Nightingale" e "Edge of Sanity"). Egli riesce ad usare la sua espressività vocale in maniera diversa durante tutto lo svolgersi del disco; in altre occasioni Daniel ha avuto modo di notare come la musica prog-metal sia spesso bloccata su canoni prestabiliti. Ad esempio la voce che deve avere altezze disumane e spaziare in un range di tonalità estremamente esiguo. E' come un chitarrista che suona sempre con un unico stile, una sola visione dello strumento. Così, egli ama sperimentare e cimentarsi in prove vocali sempre più complesse nel tentativo di realizzare dischi dotati di una palette vocale estremamente varia.
"One Hour By The Concrete Lake" è senza dubbio il disco che più si avvicina al metal tradizionale prodotto della band, ma nonostante questo vi sono chiari elementi di stampo Pain Of Salvation che non passeranno inosservati. Come ogni disco del gruppo Svedese, "One Hour" necessita di tempo per crescere nell'anima dell'ascoltatore. Non gettatelo nel dimenticatoio se dopo i primi ascolti non incontra i vostri favori… sarebbe un peccato mortale: questo è senza dubbio il miglior lavoro di Gildenlow e soci.
Elenco tracce e testi
12 Beyond the Mirror (08:29)
Through a dusty window I watch the clouds draw near
A lovely vision of my doom
The sunlight's fading - reflections start to dim
Through the dusty window in this room
I'm walking through my memories as I'm staring through the glass
I have to claim I'm innocent
Though I can't remember what I've done these past few nights
I can't be the one that Father Kane believes I am
I see myself now, in the dusty glass
All wired up in this chair
My face is foreign and my weary eyes are black
I see myself through that stare
Eternal alleys that lead to walls hidden behind unlocked doors
I claim the handle, I need to see
Even though I'll surely be afraid of what I may find...
...beyond the mirror!
(Inside the circle)
I walk through mazes of cold corridors
Searching for the core of my mind
My heartbeats reach out to find another pulse
That once was bound and confined
The two different heartbeats, becoming one
Are causing the coalescence of my soul
A quiet outcry - a silent scream - is filling me as I am driven back
From shadows that dwell...
...beyond the mirror!
(Inside the circle)
My world is frozen as I'm staring through the glass
Gazing through the window at my memories
Not longer foreign
Though I somehow wish...they were
The glowing fingers of a violent raging sky
In search for evil find a path
They rush through my veins, they invite my pulse to die
They end my life with frenzied wrath
Amidst the shadows of whisper land
I feel that something's binding me to life
Confined in nowhere by no ones hand
I realize the pact is unfulfilled
I'm trapped on the edge...
...beyond the mirror!
(Inside the circle)
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Altre recensioni
Di Giorrrrrgio
Una vera e propria pietra miliare.
Capolavoro assoluto.
Di _Ozzy
Veramente questo pastrocchio sonoro ... dovrebbe far ricredere chi è rimasto deluso e scottato dalla virata stilistica di un gruppo che è sempre stato ritenuto tra i top del progressive “intelligente” e mai banale?
In sostanza un disco con ottime canzoni, arrangiamenti ridondanti ed esagerati e zero (dico zero!) senso.
Di _Ozzy
Un disco con ottime canzoni, arrangiamenti ridondanti ed esagerati e zero (dico zero!) senso.
Daniel Gildenlow è un geniaccio e mi piange il cuore sentire come si pavoneggi cantando 4 stili diversi in 3 secondi di canzone.