Bene, questa è la mia prima recensione e ho scelto uno dei miei cd preferiti: vale a dire The Great Southern Trendkill dei Pantera. Uscito nel '96, è probabilmente, assieme a Reinventing The Steel, il cd dalle sonorità più dure del gruppo texano. Bene, inserito il cd nello stereo e premuto il fatidico "play", parte subito all'inizio della stupenda "The Great Southern Trendkill" (la prima canzone omonima al cd) uno degli urli più devastanti di Anselmo, che ci fa intendere che l'album è davvero cattivo, la canzone procede liscia fino al bellissimo finale in fade-out, in cui regnano le kitarre di Darrell. Subito dopo parte War Nerve, un po' la Mouth For War della situazione, che sfoggia un riff cattivissimo.

Ma il capolavoro è la terza canzone, la bellissima "Drag the Waters", nel cui testo Ühil sembra mettere tutto l'odio e il rancore che permea l'intero cd. La 4a canzone, 10's, è invece molto meno sparata delle altre, qui Anselmo ritrova la voce calda e quasi grunge che sfoggia anche coi down. La quinta canzone è "13 Steps toNnowhere", forse la canzone che passa meno inosservata, più che altro per la mancanza di tocchi d classe ad eccezione dell'intro con la batteria, una novità per i Pantera.

La sesta canzone è invece il preludio alla distruzione della settima. Infatti Suicide Note Pt 1 e Part 2 trattano entrambe del tema del suicidio, con la particolarità che , se "SNPt1" è lentissima, malinconica e triste, "SNPt2" è velocissima, cattiva e spietata, fa venire voglia di fare head banging anche seduti sul divano. La traccia 8, "Living Through Me", è un altro bellissimo pezzo di cui si deve notare per forza lo stacco, con suoni ambient, degno dei Deftones. Arriviamo quindi alla malinconica "Floods", la terza canzone "tranquilla" del cd, che è arrichita da suoni campionati e da un assolo di chitarra di quasi un minuto che lascia senza fiato! Segue poi l'altro capolavoro (almeno per me) dell'album: ovvero "The Underground In America", canzone che sprizza cattiveria e violenza, bellissimo inoltre il finale della canzone, che si collega con il feedback di chitarra a sandblasted skin, rendendo queste due canzoni sorelle.

Finito di sentire TGST, ci si rende subito conto dell'evoluzione dei Pantera da "Far Beyond Driven". Le chitarre sono più pungenti, la doppia cassa e i ritmi di Vinnie Paul sono più cattivi e vicini al thrash, mentre la voce è diventata, soprattutto negli urli, associabile al black metal. Il voto al cd sarebbe 4/5, ma tenendo conto del booklet bellissimo e dei tocchi di classe (vedi i vari fade out di chitarra o anche la splendida unione fra le tracce 10 e 11), potrebbe salire a 5/5. Ovviamente c'è qualcuno a cui di queste cose non gliene frega più di tanto, per cui lascio 4/5 e non se ne parli più. Ditemi cosa ne pensate del mio primo lavoro e scusate se sono prolisso, ma i Pantera sono i Pantera!

Carico i commenti... con calma