Il 4 dicembre 2010 si è tenuto a Roma, al Teatro-Auditorium della Conciliazione, l'ultimo dei cinque concerti fissati dal cantautore torinese Paolo Conte.

Io per non perdermi questo imperdibile evento, ho supplicato mio zio (fan sfegatato di Conte da sempre) a portarmi, e così, con tutta la famiglia, abbiamo percorso molta strada fino ad arrivare a Roma, fin quando, arrivati, ci ha accolto il fratello di mio zio (una vera salvezza!) che mi ha anche fatto ascoltare la sua vasta collezione di album rock anni 70, musica in parte da me già conosciuta.

Il concerto registra il tutto esaurito. C'è attesa. Il silenzio sovrasta il teatro, fin quando vediamo nel buio gli strumentisti che si posizionano sul palco, facendo scattare un forte e lungo applauso. I primi musicisti che vengono illuminati sono i tre chitarristi che improvvisano una lunga melodia sul tema di "Cuanta Pasion", fin quando sale sul palco Paolo Conte, che inizia a cantare la canzone citata, accompagnandosi col pianoforte. La venuta del maestro fu accolta dal pubblico con un applauso tanto forte da coprire la melodia degli strumentisti. Una delle sorprese più forti che si è riscontrata nel pubblico, inoltre, fu quando Paolo Conte, prima di iniziare la canzone del nuovo album "La massaggiatrice", spiegò perché scrisse questo brano (cosa insolita da parte del maestro) rilevando anche un senso di comicità in se stesso.             

Il repertorio suonato da Paolo Conte per quella magnifica serata fu intervallato da canzoni storicamente molto importanti per la carriera del jazzista torinese, come "Max", "Bartali", "Baci senza memoria", "Alle prese con una verde milonga" e "Diavolo rosso" (nel quale i musicisti hanno dato il meglio di sé)... e da canzoni estratte dal nuovo album tra cui l'ormai famosa "L'orchestrina": ultimo brano del concerto (senza contare il bis). Finito anche il bis, per Paolo Conte e gli altri, non resta che andarsene, ma questo deve riapparire ben tre volte poiché acclamato dal pubblico.

Che bella serata! Non poteva capitare di meglio a un ragazzo di tredici anni appassionato di questa musica meravigliosa! Eppure il destino, a me, a mio zio e a mia cugina (c'è anche mia cugina, influenzata dalla passione del padre verso Paolo Conte), ci ha riservati un'ulteriore grande sorpresa, che batte di gran lunga tutto ciò che abbiamo visto o sentito prima di essa: avvicinandoci al palco, sentiamo dire dal manager di Paolo Conte, che questo potrà uscire dalla porta sul retro del teatro (che se la vedevate, sembrava tutt'altro che una porta di un teatro). Noi, entusiasti e anche un po' scettici all'idea di incontrare Paolo Conte, ci siamo diretti verso la porta citata, dove prima di noi c'erano giornalisti e fans, una trentina in tutto. Fu allora che capimmo che c'era davvero l'opportunità di incontrare il maestro, infatti, dopo essere uscito il bassista e il chitarrista, eccolo arrivare! Io entusiasmato solo all'idea di porgere la mano a una leggenda del genere, mi infilai tra la folla e dopo qualche fotografia, ecco l'autografo e la stretta di mano da parte di Paolo Conte (come per mio zio e mia cugina)! 

Ora si che posso dire che quella fu una delle giornate più belle della mia vita e consiglio a tutti di ascoltare la genialità espressa dal jazzista torinese!  

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