I Paramore sono una giovanissima rock band statunitense formatasi nel 2004 che esordisce l'anno successivo col riuscitissimo "All We Know Is Falling", dopo una doverosa gavetta in giro tra i locali del loro Tennessee. La band propone un punk rock veloce, immediato, soprattutto semplice ma mai banale dove non mancano le influenze emo.
La forza del gruppo sta nella bravissima Hayley Williams, una specie di Avril Lavigne elevata al quadrato, una vera forza della natura sul palco. Voce poderosa, grintosa a tratti graffiante ma in grado quando serve di sprigionare quella intensità e dolcezza che spesso fa fare il salto di qualità e che ti distingue dagli altri. Questa front woman è da apprezzare soprattutto da un punto di vista tecnico, non a caso si dice che abbia preso non poche lezioni di canto. Altro elemento da non sottovalutare di questa formazione, è il chitarrista Josh Farro, ottimo nel guidare la band con la sua linea ritmica incalzante e importante anche come seconda voce ad accompagnare Hayley. Nell'estate del 2007 i nostri si ripresentano con un nuovo lavoro, "Riot!", che dopo qualche mese, inizia a dargli la giusta popolarità non solo in patria. L'album si caratterizza dalle potenti chitarre dove si prediligono riff semplici ma di grande impatto. L'aggressività è di certo il pezzo forte dei Paramore ma, in ogni brano, non mancano quelle melodie carismatiche che fanno da sfondo ad un'atmosfera elettrizzante.
Il lavoro si apre con "For A Pessimist, I'M Pretty Optimistic" pezzo tirato, veloce e potente dove ci addentriamo nel classico punk americaneggiante che si ripresenta anche con "Thats What You Get". Con "Halleluja" arriva la prima perla del disco dove colpisce la linea melodica e il falsetto della Williams nel ritornello. "Misery Business" è il primo singolo estratto, con un ritornello che ti rimane impresso al primo ascolto in cui la Williams dà il meglio di se e la chitarra di Josh Farro si fa sentite per potenza e aggressività. Con "When It Rains" esce fuori l'anima pop della band; a primeggiare è la melodia e l'atmosfera si fa più dolce e malinconica. Un cambio di stile che però lascia perplessi interrompendo la linea speed del disco. Ottimo invece è "Let The Flames Begin", il pezzo più dark e dal sound rock più convenzionale, dove le due chitarre di Farro e Tylor York, che ha sostituito il partente Hunter Lamb, si incrociano splendidamente. Bravissimo inoltre Zac, Farro fratello di Josh, alla batteria; la sua precisione é esemplare e i suoi cambi di tempo riempiono ogni pezzo splendidamente. Dopo la veloce e pancheggiante "Miracle", ecco arrivare un altro pezzo niente male, "Crushcrushcrush", in cui uno strepitoso e aggressivo ritornello, ci conduce verso sonorità dark emo abbandonando l'atmosfera punk; da notare i soliti e azzeccatissimi riff di Farro. In ogni album rock che si rispetti, non può mancare un brano lento che arriva puntuale con "We Are Broken", comunque non uno dei migliori momenti del disco. Si chiude invece alla grande con "Fences" e "Born For This", dove riprende il sopravvento il solito ritmo veloce condito da chitarre grezze e da un'atmosfera energica.
Cercate l'album dell'anno, qualcosa di innovativo e sorprendente, tecnicamente esagerato, o una band matura che rasenta la perfezione? Potete cambiare recensione e lasciar perdere l'idea di sentire un pezzo dei Paramore. Volete rilassarvi con un po' di sano e semplice pop rock dopo una giornata stressante. Bene, allora potete ascoltare quest'album frizzante che scorre via che è un piacere e che potete mettere nello stereo della vostra auto nei momenti di noia. Insomma un album per tutti, per chi ascolta musica più ricercata e ha bisogno di staccare la spina magari ripensando ai bei tempi del liceo, ma soprattutto per i giovanissimi perché, se si vuole ascoltare punk rock semplice e senza troppi fronzoli, è giusto dare fiducia a chi questo lo sa fare bene. Ovviamente mai come in questo caso degusti bus non est disputandum. Questi ragazzini hanno molto da imparare e la strada da fare è ancora lunga ma, la loro abilità e maturità compositiva, fa ben sperare per il futuro. Pur non proponendo niente di nuovo, i Paramore meriterebbe molta più attenzione di tante altre band (trasformate) in Star dalle case discografiche e fatte diventare una macchina da soldi in cui il look conta più della musica. Sbaglia infine chi etichetta Hayley Williams come una copia della Lavigne. Più giusto parlare dei Paramore come di una giovane rock band, fresca, dalle grandi potenzialità e con ampi margini di miglioramento che propone pezzi dal ritmo e dalle melodie coinvolgenti; in pratica una delle poche band che, senza seguire mode particolari cadendo nel ridicolo e nel dimenticatoio, è capace ancora di dare senso al puro e semplice punk rock.
Un voto in più per il talento e la giovane età.
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