Album che di fatto rappresenta la più lieta scoperta del 2022; Voyage si candida come uno dei lavori migliori di questa annata non particolarmente interessante musicalmente per me.

E vi dirò di più: il lungo concept, siamo oltre l'ora di durata per soltanto sei canzoni, è stato l'ideale colonna sonora che mi ha accompagnato nelle recenti vacanze in Abruzzo. Una Musica celestiale che ben si addice alla vastità dei paesaggi attraversati nella cara e mai dimenticata terra di mio padre che porto sempre nel profondo del mio animo.

I Passage sono canadesi, del Quebec ed approdano al terzo disco. I due precedenti ripercorrevano strade Gothic-Doom, con evidentissimi richiami, molto ben riusciti, a band più conosciute come My Dying Bride, in massima parte, ed anche Paradise Lost.

Con Voyage siamo di fronte ad una vera e propria metamorfosi, ad una radicale trasformazione musicale che abbandona completamente il Metal. Anche il cantato viene messo in disparte: solo e soltanto strumentali incantevoli a salire che crescono d'intensità, tra magistrale Post-Rock e Shoegaze. Un'alchimia profonda, eterea, fascinosa, vellutata.

Lunghe, soffuse trame guidate da strumenti acustici dal sapore agreste ed ambient. Un gusto finissimo da parte della band, con l'aggiunta in molti passaggi di orchestrazioni dilatate. Violini e pianoforti si uniscono ai rari momenti elettrici, creando un'atmosfera onirica, incantata che ti avvolge e riscalda.

Mi risulta difficile segnalare anche un solo brano; va ascoltato di getto, in solitudine, ad occhi chiusi...La Mémoire du Temps...

Ad Maiora.

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