Un lavoro per pochi intimi e comunque dedicato agli appassionati di Pat Metheny e delle sue sonorità.

Saltato fuori quasi come un esercizio tecnico, senza pretesa alcuna; partito in solitudine ed in sordina nello studio privato di Pat, nel momento in cui ricevette la sua baritone guitar fatta per lui dalla liutaia canadese Linda Manzer (avete mai visto la Pikasso guitar che Linda ha costruito per Pat? fate una googlata!). Questo strumento, con corde più robuste e scala più lunga, consente di avere intonazione bassa, con conseguenti più bassi a disposizione e sustain delle note, quasi come se basso e chitarra fossero presenti nello stesso involucro. Quindi, con l’aggiunta di un elemento ritmico ripetitivo, come la cadenza degli accordi di accompagnamento eseguita con la mano destra, può dare l’impressione di sentire un trio completo di chitarra, basso e percussioni.

Il primo brano è “One Quiet Night”: un delicato arpeggiare costruisce una melodia quieta e scarna che si dipana con armonici e note sparse. Segue “Song For The Boys” , dedicata ai suoi due figli: questo è il brano che esemplifica decisamente meglio quanto ho tentato di spiegare sopra: in questo gioiellino si alternano infatti cavalcate ritmiche ed arpeggi quieti, con l’incedere tipico dei migliori brani del Pat Metheny Group. C’è poco da scherzare: qui si sente il PMG ed il suo sound al completo! Terza traccia è il brano che fece da tiro al primo album di Norah Jones: “Don’ t Know Why”; questa song è resa in maniera decisamente originale, con un’arrangiamento che si discosta poco dalla versione della Jones, se si eccettuano un cambio di tonalità che aggiunge fascino e movimento al brano. Bellissima interpretazione, sofferta e piena di emozione.

Decisamente Pat Metheny ha ascoltato tonnellate di sano e solido rock, e si sente. In questo album egli ha molto più in comune con CSN&Y e James Taylor che con Joe Pass o Jim Hall, suo maestro. “Another chance” è un pezzo tranquillo e triste che sviluppa man mano, cambiando in corso d’opera e mostrando il pensiero in divenire di un artista che improvvisa: improvvisare è comporre in tempo reale ed è pane quotidiano per un musicista globale ed intelligente che si rispetti. “And time Goes On” resta sulla stessa ombra ‘pensativa’ . E così anche per “My Song” e “Peace Memory”. Poi sopraggiunge una cosa che allarga il cuore: “Ferry Cross The Mersey”, una vecchia ballad degli anni ’60, popolare anche in Italia, rielaborata anch’essa in maniera molto personale, con accordi un po’ obliqui ed il tema che ti entra dentro un orecchio e ti si stampa nella testa per i prossimi giorni. “Over on 4th street” riprende il concetto di cavalcata e richiama ancora il PMG. “I Will Find The Way” è di nuovo un pensare, partire e fermarsi, a tempo, anzi no, anzi si, con indecisione. Torna la malinconia in studio per un attimo e prosegue sulla stessa cadenza “North To South, East To West”. L’ultimo brano, “Last Train Home”, ci riporta alle atmosfere del primo Pat Metheny, con arpeggi tutto sommato semplici ma di gran classe, con piccolo arpeggiare western finale di 8 secondi.

Pat Metheny è uno di quelli che ti fanno sembrare l’arte facile facile, come andare in bicicletta. Invece quanto lavoro, sacrificio per tirare fuori, dopo anni di fatiche, anche una cosina diretta, sommessa e penetrante come questa. Ho messo "contemporary jazz" per catalogare il disco, ma in realtà non c’ è molto jazz in questo disco, nel senso classico del termine; solo molta quiete, anima e musica d’intimità rarefatta, nel senso buono del termine. Non muzak, quindi, ma solo alta qualità. Il parallelo più immediato viene con “Beyond The Missouri Sky”, per la scelta dei brani, le atmosfere e la maniera di trattare la dinamica dei suoni di uno strumento, la chitarra, fortemente limitata sotto questo aspetto. Bello, non c’è che dire.

Non è possibile dargli 5 stelle solo perché resta l’esercizio di stile di un caposcuola, una specie di brogliaccio di idee che comunque suonano talmente bene assieme da farci un album. Probabilmente se fosse stato Pierre Bensusan o Riccardo Zappa sarebbe stato un 5 stelle! Destino atroce di chi crea ottima arte: ci si aspetta sempre il meglio del meglio. Mentre invece in questo disco Pat sta da solo, di notte con la sua chitarrina ed un registratore acceso, a suonare ciò che gli passa per la mente. Senza mire commerciali o altro; sono incluse nello sviluppo alcune note uscite un po’ ‘fesse’ che Pat nella cover dice di aver voluto lasciare perché tutto sommato andava bene così. La perfezione non è di questo mondo. Jarrett dice che l’artista è destinato per tutta la vita a cercare di migliorare la sua arte senza mai riuscirvi veramente. In questo umile “voler svuotare il mare con un secchio”, che produce nel contempo un po’ di bellezza per altri uomini, sta probabilmente la grandezza di un artista. La musica poi è fatta di note percepite e di un ritorno immediato che arriva indietro all’artista in un continuo anello chiuso.

Questo disco è invece stato inciso in solitudine assoluta, senza neanche un tecnico all’ascolto. Controcorrente e stupefacente Pat: "One Quiet Night" è la faccia opposta della medaglia dove c’è "Zero Tolerance For Silence". E comunque assolutamente un risvolto da scoprire dell’artista per tutti gli appassionati. Per chi non conosce Pat, comunque un gran gioiellino.

Elenco tracce e video

01   One Quiet Night (05:01)

02   Song for the Boys (04:31)

03   Don't Know Why (03:08)

04   Another Chance (06:54)

05   And Time Goes On (03:19)

06   My Song (04:22)

07   Peace Memory (06:12)

08   Ferry Cross the Mersey (03:58)

09   Over on the 4th Street (03:41)

10   I Will Find the Way (07:51)

11   North to South, East to West (12:03)

12   Last Train Home (04:37)

13   Bonus Track 1 (07:42)

14   Bonus Track 2 (04:35)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  aerosiphon

 Una emozione dopo l'altra attraversa l'anima e non riesci a capire come solo sette note possano creare delle melodie così dolci.

 One Quiet Night non è un disco per tutti, non è un disco da ascoltare in compagnia, non è un disco per un momento qualsiasi.