Immaginate ad un tratto che svanisca ogni cosa ed il cielo si accenda di brillanti stelle e nient'altro.

Una quiete ed una solitudine difficile da immaginare.

Una chitarra comincia a disegnare nota per nota, nel buio e nel silenzio di questo paesaggio, delle armonie soffuse e brillanti: sono dei pensieri, dei ricordi che riverberano nell'aria e ti scivolano sulla pelle come brividi ... una emozione dopo l'altra attraversa l'anima e non riesci a capire come solo sette note possano creare delle melodie così dolci, come una sola chitarra e nient'altro possa accendere tali sensazioni.

Ad un tratto, chiusi gli occhi, ti ritrovi a viaggiare tra i pensieri ed il tuo corpo non è più lì ma nel passato o in un posto dove forse non sei mai stato.

Armonia dopo armonia scorrono i dodici brani di questo magico album di Pat Metheny.

Mai le sue dita erano state così espressive sullo strumento: una chitarra baritono creata appositamente per lui dalle mani di una esperta fata.

Nella solitudine più assoluta Pat improvvisa delle melodie e ci racconta i suoi pensieri più segreti, dolci e malinconici.

Nel suo studio lontano dal mondo l'uomo e la chitarra si ritrovano da soli senza alcun tramite per incidere 12 perle meravigliose, un regalo solo per chi è in grado di percepire la loro bellezza.

One Quiet Night non è un disco per tutti, non è un disco da ascoltare in compagnia, non è un disco per un momento qualsiasi; l'energia di ogni nota la si può percepire chiudendo gli occhi e dimenticando il mondo che c'è fuori.

Il brano di apertura che dà il titolo all'album è l'estrema sintesi di questa magia che scorre e trasporta ben presto in un'altra dimensione, per poi passare ai toni più accesi del secondo brano "Song for the Boys" o alle note più famose di "Don't Know Why" resa celebre da Norah Jones, di "My Song" o di "Ferry Cross The Mersey" un classico degli anni 50.

Passaggi estremamente lunghi ed evanescenti di "I Will Find the Way" e "North to South, West to East" ti lasciano perdere nella nebbia di un deserto desolato ma a quel punto forse non stai ascoltando più le singole note ma sei cullato da questa atmosfera, galleggiando.

La mente si ridesta sull'armonico che squilla sull'ultimo brano "Last Train Home" sua celebre composizione rivisitata, e lentamente riprendi il tuo corpo finché sull'ultima nota riaprendo gli occhi non ricorderai più ciò che hai ascoltato, ma ti sentirai sereno ...e nient'altro importa.

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