Perché parlare di un disco di più di 40 anni fa, pressochè dimenticato da Tutti ?

Perché è uno dei miei Preferiti storici, e perché, malgrado la mia idea contraria sin dagli inizi di scrivere recensioni su questo sito, causa il poco tempo a disposizione ed il mio brutto italo-burocratese, quando invece ho incontrato questo disco ancora da recensire, che poteva diventar interessante parlarne, ho cambiato idea e mi sono deciso in tal senso...

Tanto per incominciare, rinverdendo idealmente il “mondo musicale” da cui questo bel disco prende origine, è giusto farlo con “c'erano una volta, più di 50 anni fa, i Jefferson Airplane…”, così per rammentare, per i pochi ancora ignari, quanto questo Gruppo fu l’emblema per eccellenza della “Summer of Love”, orgoglio del rock americano, e dei Sixties californiani, e fulcro propulsore della colorata scena musicale della Bay Area di allora, più ancora dei coevi Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service, Moby Grape, Janis Joplin, etc. etc.

In equilibrio tra folk, rock, acid-blues e pop psichedelico, intrinsicamente legati al “movement” studentesco ed all’attivismo politico dell’epoca, quei Jefferson, erano nati nell’estate del 1965, incarnando autorevolmente nei decenni successivi una certa idea di controcultura hippie giovanile, pacifista e non violenta, frutto di una stagione di espressione creativa e di società libera ed antagonista, utopia di un mondo “Peace & Love!” svanito con l’inizio dei ’70 insieme al Gruppo in questione; abbandonato da Kaukonen e Jack Casady, impegnati a fare del rock-blues con gli Hot Tuna, chi rimase continuò quel “viaggio musicale” con il nome di Jefferson Starship, approntando una formazione più pop orientata verso le mode del momento, dimentichi ereticamente dell’intero “campionario sognante musical-poetico-concettuale” di prima, sostituito da patinati e curatissimi hits radio-tv friendly, roboantemente indirizzati verso sonorità spesso hard rock o easy listening, se non banalmente catalogabili come musica d’intrattenimento.

Siamo nel 1973, e la così detta formazione "classica", protagonista di un “mondo musicale” che si può ascoltare con piacere ancora oggi, da 3-4 anni ormai non esiste più; mentre a breve, differentemente dal glorioso passato, i nuovi Jefferson, presuntuosamente passati dall’ Airplane delle origini a quella Starship in fuga dalla Terra, dal ‘74 domineranno le classifiche di vendita dei 45 e 33 giri, strumentalmente perfetti ma haimè inconsistenti, qualche mese prima, dopo l’aulico ed ispirato Sunfighter del ‘71, giusto a Maggio del ’73 nasce dall’ensemble “allargato” dei coniugi Paul Kanter/Grace Slick, David Freiberg & C., come in un bel affresco ricco di colori sgargianti, questo “Baron Von Tolbooth & the Chrome Nun”, rivelatosi poi come l’ultimo del periodo Airplane ancora in stile west-coast, da considerare oggi, con il senno di poi, come un buon Disco anche se di scarso successo, non certo ascrivibile tra i più celebrati capolavori dei primi Jefferson.

Malgrado sia successivo all’epopea lisergica, questo Album “solo”, seppur nato nel '73, vira convinto a ritroso verso la gioiosa e rivoluzionaria ”Flower Power" degli anni ’60, con sonorità morbide e solenni, e splendide ballate sognanti che scorrono piacevolmente veloci; intestato nel titolo a Paul K. e Grace S., secondo i due nicknames attribuiti agli stessi da David Crosby, in questo piccolo capolavoro si ritrova aggregata magistralmente la miglior “Squadra” musicale della San Francisco degli anni ‘60, avvalorata da Musicisti di grande spessore come Crosby, Garcia, Kaukonen, Casady, Freiberg, Creach e Traylor, dove G.Slick, splendida e suadente, grazie alla sua voce potente e maestosa, domina insuperabile tutti i brani forte delle sue capacità canore quasi infinite.

Confortati da bei inserti di piano e chitarra, e da un uso “evocativo” del mellotron (prima volta per i Jefferson), questo Progetto musicale racchiude tanti bei momenti ricchi di fascino, che scorrono veloci e piacevoli in sequenza, perfetti per qualità e coerenza, costruiti magnificamente intorno alle belle scorribande ed esplorazioni vocali di Grace Slick e dei suoi Amici; pare difficile tra i vari brani fare una classifica di gradimento, poichè tutti incantevoli in uno sgargiante slalom di pieni e vuoti strumentali, deliziose costruzioni canore, alti e bassi, in un’infinità di sfumature, toni e colori musicali; se vogliamo parlar di preferenze, primeggiano in ordine di ascolto, l’iniziale “Ballad of the Chrome Nun”, la bella “Fat “, impreziosita dal coro delle Pointer Sisters, ed a seguire “Flowers of the Night”, “Your Mind Has Left Your Body “, “Across The Board”, “Fishman”, e la conclusiva e dolce “Sketches of China”, dedicata alla figlia di Grace e Paul.

Detto ciò, cercate su Youtube il disco, in questione, visto che c'è sia "full album" che brano per brano, ed ascoltatelo perchè, sono sicuro, vi piacerà, e poi, una volta gradito, se volete compratelo in negozio, perchè la qualità audio aumenta e lo stesso merita l'acquisto.

Thanks for the music, Mrs. Grace and Mr. Paul !!!

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