Ho la buona abitudine di buttare giù le mie pagine di getto, alle volte senza neppure ascoltare il lavoro da analizzare.
Agisco d'istinto, entro nella mia "trance scrittoria" che mi consente di elaborare la pagina nel giro di pochissime decine di minuti.
Con Paul non è stato così semplice decidere di mettermi all'opera. Per settimane 14 Songs è rimasto nella sua custodia sopra il piatto dello stereo; ero indeciso sul da farsi. La scrivo, non la scrivo...da dove inizio, da dove parto...e nel frattempo ho pubblicato sul sito almeno altre venti recensioni.
Le mani di Paul si sono quasi stancate di reggere qul libro che domina l'immagine di copertina.
In mattinata è scattata la cosidetta molla, mi si è accesa la luce nel constatare, purtroppo, che di Paul su Debaser è presente soltanto un solo ed unico approfondimento. Mi riferisco a Stereo. Concedetemi a questo punto una breve ed insolita per me nota polemica: ci sono decine di dischi qui da noi recensiti più e più volte (basta osservare la discografia degli Zeppelin). E bisogna subito dopo verificare che un così grande personaggio, straordinariamente importante per la Musica alternativa degli anni ottanta come l'ex leader dei Replacements, non abbia la giusta considerazione. Un mistero...
Ora è il tempo di colmare questa inconcepibile lacuna.
Siamo nel 1993; da due anni si è conclusa la splendida carriera dei già citati Replacements (ripeti pure caro il mio me stesso, male non fa!!!). I cugini "spostati" degli Husker Du (AZZ...) ci salutano nel 1990 con l'alterno All Shock Down da molti accreditato come il primo disco solista di Westerberg, considerando che gli altri tre membri della band hanno avuto un ruolo marginale nelle registrazioni. Io invece lo ritengo ancora un album degli ex ragazzi terribili di Minneapolis visto che è uscito comunque a loro nome.
Suvvia torniamo ora a 14 Songs prodotto da Paul con l'aiuto di Matt Wallace; tanti gli ospiti impegnati nel costruire un album riuscito, che lo conferma come uno degli autori migliori della sua generazione.
Un lavoro dal bel piglio Rocchettaro, con deviazioni Folk e spruzzate tanto intense quanto inaspettate in particolare nella sua ultima parte.
"Knockin on Mine" è una partenza dinamica, a gas spalancato che si pone a metà strada tra il Boss stradaiolo e gli Stones; la sincera delicatezza di "First Glimmer" con un ritornello canoro che ho in testa da secoli e non mi vuole, per fortuna, abbandonare. La romantica ballata dalle tinteggiate sfumature agresti della bellissima "Runaway Wind" con tanto di nebbioso videoclip; il leggero ed amabile Acoustic - Pop di "Dice Behind Your Shades" dove si è accompagnati e presi per mano nell'ascolto ad eterei ed avvolgenti coretti femminili.
Si va avanti inebriati e conquistati in maniera totale dal ruvido e prepotente Rock - Blues di "Silver Naked Ladies" che si avvale, per salire di tono, di focosi assoli di tastiera e chitarra. Si arriva così in prossimità della fine e all'omaggio dei suoi vecchi Mats (così erano chiamati dagli ammiratori i Replacements); ci spara in faccia le similari e vigorose "Something is Me" e soprattutto "Down Love". Lo spirito Punk di Paul viene fuori ancora una volta, come ai tempi dei ragazzi che molto spesso, per la non gioia dei rispettivi genitori, si dimenticavano di portar fuori l'immondizia!!!
Ad Maiora.
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