Tra gli innumerevoli e quasi dimenticati blockbuster americani di fattura Nineties vi è Ragazze Vincenti, datato 1992, il cui cast può vantare il giovane Tom Hanks pre Philadelphia e Forrest Gump ed la Signora Ciccone nel pieno dei suoi scandaletti sessual - erotici.
Il film narra le avventure di un gruppo di ragazze yankees intraprendenti e solidali alle prese con il campionato di baseball del 1943 il quale, a causa della partenza del fior fiore della gioventù statunitense verso i fronti europeo e Pacifico, fu affidato alla componente femminile. Tale strategia, inusuale per una società che, benché già progressista, era ancora incline a relegare le donne nel gineceo del focolare, venne proposta da un facoltoso magnate, i cui prodotti (merendine) rappresentavano il principale sponsor del campionato.
Ingaggiate da un rozzo e cafone talent scout, una nutrita serie di fanciulle giunge a Chicago; ivi si procede alle selezioni ed alla formazione delle squadre. Il gruppo delle "Peaches", contenente, tra le altre, le sorelle rivali Dottie (Geena Davis) e Kit Keller e la fascinosa Mae Mordabito (Madonna), è assegnata a Jimmy Dugan (Tom Hanks), ex giocatore storpio alle prese con alcool e scetticismo misogino. L'avversione al gentil sesso inizia a scemare nel frangente in cui la sua squadra (che inizialmente non intende allenare) comincia ad archiviare successi e consensi in campionato; d'ora in avanti il selvaggio coach motiva e galvanizza, sebbene con diffuse violenze verbali (a dimostrazione che il baseball non è un gioco per "femminucce"), le ragazze vincenti. Il talento di queste semi - professioniste, specie della stellina Dottie, sveglia di soprassalto l'interesse pubblico: oltre all'afflusso sempre più consistente di tifosi e fans negli stadi, autorevoli testate giornalistiche come il Times iniziano a dedicare all'ascesa del baseball femminile copertine, interviste e reportages in campo.
Nonostante l'esacerbarsi della rivalità Dottie - Kit (quest'ultima verrà trasferita in un'altra squadra), il pervenire di tristi notizie dal fronte e i tentativi a più riprese di interrompere il campionato, l'avventura delle fanciulle va avanti fino alla finale. La sconfitta delle Peaches da parte delle Racine Belles, attuata dalla "riscattata" Kit (militante proprio in questa formazione), concluderà il torneo, tra abbandoni (Dottie, una volta ricongiuntasi al marito - soldato) e prosecuzioni. Con un salto temporale di mezzo secolo, il team delle ex - Peaches, ormai composto da anziane ed arzille signore, si ritrova per l'inaugurazione di una mostra a loro dedicata. Sebbene con più anni sulle spalle, qualche assenza per decesso e tante esperienze personali post - campionato, le "Ragazze Vincenti" del 1943 scendono in campo e giocano, a dolce ricordo dei tempi andati.
Inutile dirlo, il tema dell'emancipazione femminile è l'argomento clou del lungometraggio: a rimedio della solitudine provata dalla donna durante il conflitto mondiale giunge il baseball, simbolo incontrastato dello sport statunitense, che riunisce altresì madri, analfabete, disadattate e nubili sotto l'autorità paterna. Con estrema semplicità e incredibile immediatezza delle singole scene, il film celebra la prematura "liberazione femminile" made in USA (nonostante la perplessità di alcuni iper conservatori bigotti), rovesciando l'archetipo/stereotipo della donna tutto casa e chiesa, elemento tuttalpiù ridicolizzato e ridimensionato (vedasi la violenta reazione del coach quando trova le sue ragazze intente a pregare in chiesa piuttosto che ad allenarsi, oppure la presenza della "femme fatale" -Mae/Madonna - incarnante un insolito libertinismo sessuale e di costume).
Commedia semplice, basica, immediata, forse un po' ingenua, riduttiva e bonaria, elementi ad ogni modo patrimonio "etico" dei blockbuster americani. Concludendo, non si è al cospetto di un capolavoro della cinematografia mondiale, ma di un filmetto piacevole, scarsamente impegnativo e, tuttavia, abbastanza efficace nei suoi intenti, da visionare senza troppe pretese.
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