All'inizio degli anni novanta, mentre nuovi generi musicali come il Britpop, il Grunge ed il Post-Rock stavano cominciando ad emergere, il nostro Arcangelo Peter Gabriel era probabilmente all'apice del suo successo.

Tralasciate le sfuriate tribali e graffianti di inizio ottanta alla "Intruder" e "Not One Of Us" (seppur non abbandonando la parte avanguardistica della "world music" con il suo capolavoro Passion del 1989) e complice il successo mondiale di So che lo aveva consacrato a grande icona pop e rock mondiale, nel 1992 pubblica un nuovo album, "Us", nato dalle ceneri della sua separazione con la sua prima moglie Jill Moore e dal fallimento del suo matrimonio. Tale disco, che basa presumibilmente il suo fulcro concettuale sulle relazioni umane, vede sua pubblicazione più o meno in modo contemporaneo a quella del nuovo disco dei suoi ex-compagni Genesis (o quel che ne è rimasto) che si interrogano invece sulle "presunte abilità ed affinità con il ballo". Il tour che seguì alla pubblicazione di "Us" (e che venne battezzato "Secret World Tour", da cui venne appunto tratto questo CD/DVD di cui adesso vi parlerò) fu probabilmente una delle tourneé più spettacolari, mastodontiche e grandiose del decennio, seguita probabilmente dallo ZooTV Tour degli U2.

Il nostro Pietro, per mettere in pratica ciò, si avvalé della collaborazione dello sceneggiatore canadese Robert Lepage (con il quale parteciperà anche all'allestimento di altri suoi successivi e più recenti tour, come il "Growing Up Live Tour") che diede vita ad un particolare palcoscenico dal design vertiginoso. Inoltre la sua band, oltre a vedere la presenza dei suoi storici compagni di viaggio Tony Levin al basso e David Rhodes alla chitarra elettrica, comprende anche l'ottimo batterista francese Manu Katché ed il tastierista Jean Claude Naimro, a cui si aggiungono anche i cosiddetti session-man come il violinista indiano Shankar e Levon Minassian al doudouk. La scaletta raccoglie più o meno tutto quel che è stato del Pietro solista a cavallo tra la fine degli ottanta e l’inizio dei novanta: abbiamo le coinvolgenti hit radiofoniche come la sempreverde “Sledgehammer” e la buffa “Steam”, le ballate introspettive di “Come Talk To Me” e “Blood Of Eden”, la maestosa “Red Rain” e la riflessiva title-track. Questo perfetto cerchio si chiude con una splendida e dilatata versione di “In Your Eyes”, qui estesa a circa 11 minuti, con la quale Gabriel e la sua band si congedano dal quel di Modena (si, il live è stato proprio registrato qui in Italia).

Per arrivare al dunque, un disco che qualunque fan dell’ex-Genesis dovrebbe possedere e che racchiude in sé la seconda parte della carriera del nostro Peter, ovvero quella, dal punto di vista musicale, più accessibile e commerciale ma non inferiore alla prima (77’-83’) dal punto di vista qualitativo. Un live che non può far altro che arricchire la vostra collezione di dischi.

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