Forse mi sto tirando la zappa sui piedi, forse non sarò all'altezza di compiere questa impresa, forse non merito nemmeno di parlare di questo capolavoro, ma la mia ammirazione è tale da spingermi a farlo.

È il lontano 1970, i Pink Floyd decidono di dare una lieve svolta alla loro psichedelia, sfornando un album che sembra piú un'opera sinfonica che musica rock.

"Atom Earth Mother", scritta da Waters, è semplicemente maestosa; 24 minuti di orchestra e cori apocalittici ti avvolgono nella piú totale trance, proponendoti di continuo la parte iniziale dell'opera (a me viene sempre la pelle d'oca).
Dopo il turbinio di suoni e atmosfere di "Atom..." appare la dolcissima "If", altra creazione di Waters, cullandoti con una melodia tipica delle sonorità Floydiane. È il momento di "Summer '68" e "Fat Old Sun" scritte nell'ordine da Wright e Gilmour, e a mio avviso gli unici pezzi dell'album che si discostano un po' dal loro stile, regalandoci comunque profonde suonate di pianoforte classico da brivido.
Chiude la suite "Alan's Psychedelic Breakfast", impregnata di suoni psichedelici che fanno ritornare alle loro origini.

In sostanza un lavoro eseguito per uscire un po' dal loro stile puramente sperimentale (The Piper At The Gates Of Dawn - 1967, A Saucerful Of Secrets - 1968) ma conservando comunque la loro impronta.
Spero, con questa piccola recensione, di non aver tolto niente all'album, e di avere dato un aiuto a chi, un po' piú giovane di me, si sta avvicinando a questa fantastica band che ha lasciato il segno nella storia del rock.

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