Ho assai faticato a trovare il genere da "appioppare" a questo disco. Non sapevo sciegliere fre orchestrale, rock, psichedelico. . . è un disco estremamente vario, Atom Heart Mother, quarto album in ordine cronologico dei Pink Floyd, capace di passare dall' orgasmica esplosione di suoni mescolando ottoni e chitarre elettriche della quarta parte della title track alla chitarra acustica nuda e cruda di "If". Dalle atmosfere surreali di "Summer '68" a quelle malinconiche di "Fat Old Sun", fino a giungere ai suoni "casalinghi" di "Alan's Phsichedelic Breakfast".

Atom fu ufficialmente registrato nel 1970 ai famosi Studi di Abbey Road , dopo che il gruppo l'aveva suonato in parecchi concerti di quel periodo. la prima esibizione live della lunga suite si era tenuta con il nome provvisorio di "The Amazing Pudding" (apprezzabile nel famoso video "Pink Floyd Live at Kqed"), mentre "Alan Psychedelic Breakfast", che chiude l' album era da tempo improvvisato all'interno della suite "The Man". La copertina del capolavoro nasce dalla curiosità del designer della Hipgnosis verso la carta da parati a mucche di Andy Warhol, con cui il famoso artista pop-art aveva adornato la casa. L’ idea della mucca nasce anche dal fatto che la band voleva qualcosa, qualsiasi cosa, che fosse in netta opposizione con il resto del disco, qualcosa di totalmente “non-psichedelico” : Thorgerson riuscì come evidente, nel suo intento fotografando una mucca al pascolo (di nome Lullabelle II). Disse poi:è l’ immagine definitiva di una mucca: è Totalmente, Immensamente, Indescrivibilmente Mucchesca. Il disco è strutturato su due suite lunghe, posizionate all' inizio e alla fine dell' album, "Atom Heart Mmother" e la già citata "Alan's Phsichedelic Breakfast" attorno alle quali ruotano le altre brevi e dolci composizioni. L' imponente Title track è più considerabile musica sinfonico-orchestrale che rock intramezzata alle volte dal ritono poderoso del tema principale e da cori immensi e deliranti. Molto particolare è anche l' assolo di Richard Wright all'organo (forse più apprezzabile nella versione live di "Mind Your Throats, Please") e quello di Mr. Gilmour alla chitarra. La parte che più spicca all' occhio delle quattro che compongono la lunga suite è a mio avviso l' ultima, di stampo puramente psichedelico con qualche ritorno alla "I am The Walrus" o alla "Strawberry Fields Forever" dei Fab 4 di Liverpool. Su questi suoni incollati disordinatamente su un pentagramma come un grottesco collage si riesce ad udire, stanca e sfiatata, la prima melodia. Su un crescendo di via vai di suoni, passaggi di treni da una cuffia all' altra e voci misteriose si staglia la battaglia fra questi due temi, da cui emerge, vittoriosa, la melodia rock dell' inizio, che subito si placa, lasciando il posto al ritorno degli archi che portano la composizione orchestrale verso la conclusione, nel modo più classico possibile, con un botto di archie ottoni che chiudono in tonalità maggiore l' opera. E subito la luce cala, diventa fioca: gli sfarzi del primo brano conducono ancora qualche spiraglio di suono quando inizia, semplice, decisa e di immediato impatto la creatura Watersiana dell' album, la dolce "If". Questa è senz' ombra di dubbio la canzone più "chiara" del gruppo londinese, della quale i concetti sono espresso immediatamente e senza troppe cerimonie

 

"And if I were a good man
I'd talk with you more often than I do
If I were asleep I could dream
If I were afraid I could hide
If I go insane
Please don't put your wires in my brain"

 

La canzone finisce esattamente com'è cominciata, con solo qualche accordo di organo, ed una dolce ma trasportante chitarra acustica che suona in mi maggiore. Credo che lo scopo principale di "If" era quello di riportarci alla realtà dopo l' orgasmica esperienza sonora di "Atom Heart Mother". Qui si dà inizio alla composizione di Rick Wright, dallo stile inconfondibile, con il pianoforte prevalente e qualche accenno di ottoni e musica orchestrale. Questa bellissima a mio avviso canzone si struttura con un dialogo crudo e malinconico di un famoso rockman con una groupie, ragazza pronta ad allietare le notti dei cantanti dopo i concerti. "Not a single word was said,
The night still hid our fears

 

"Occasionally you showed a smile but what was the need
I felt the cold far too soon in a room of ninety-five
My friends are lying in the sun,
I wish that I was there
Tomorrow brings another town, another girl like you
Have you time before you leave to greet another man
Just you let me know how do you feel."

 

Il penultimo brano del disco è un' altra ballata acustica di mr Gilmour, che ci presenta un elemento ricorrente nelle canzoni di zio Dave, la crescita dell' individuo, la maturità, l' addio all' infanzia. Quest' ultima è il grasso vecchio sole tramonta in cielo. L' autore ricorda per qualche minuto le "risate di bambini" mentre l' ultimo raggio del sole dell' infanzia che scompare lo inonda e mentre rimbomba "Il suono argenteo di una lingua così misteriosa". La canzone finisce nel più puro stile Gilmour con un azzeccato e sereno solo di chitarra che sfuma lasciando posto alla particolare colazione di Alan. La "Alan's Pshichedelic Breakfast" riguarda, come facilmente intuibile, una semplice colazione, con la voce di quest' uomo (Alan) che chiede alla moglie di portargli i cereali e le uova strapazzate.

 

"Oh... uh... my flakes... Scrambled eggs, bacon, sausages, toast, coffeeMarmalade... I like marmalade... Porridge... any cereal, I like all cereals... oh god..."

 

Così in un diminuendo di atmosfere scioccanti e suoni assurdi, di strappalacrime malinconia e di dialoghi riflessivi si chiude questo quarto album (leggi: quarto capolavoro) Floydiano, un altro tassello prima di arrivare alla svolta decisiva di "Dark Side Of The Moon".

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