Pino Daniele
Bonne Soirée

Va bene, si sono quasi tutti dimenticati del buon Pino su questo sito da ormai tempo e posso capire, dato che sono 20 anni che è 'musicalmente' finito. Comunque non ho resistito e voglio recensire anch'io questa 'perla' del nostro, un disco-capolavoro che solo i competenti hanno saputo apprezzare.

Siamo nel 1987, un anno di passaggio per il chitarrista napoletano: dopo Ferryboat (a mio avviso l'album di maggior espressività di zio Pino) nel 1985, si cambia genere. Come lui ha detto, sono stati soprattutto i suoi viaggi in Francia a spingerlo nella composizione di musica in stile rock-arabe che dunque ritroveremo in qualche brano di questo cd. Anche la band è totalmente cambiata ma la sostanza non cambia ovvero, i musicisti sono sempre di gran spessore.

Il primo pezzo è la title-track 'Bonne soireè': non è il brano migliore del disco ma è comunque una canzone orecchiabile che a mio avviso diventa bella solamente nel ritornello. Segue 'Vita mia':secondo me è la canzone più bella di questo cd,dietro solo a 'Boys in the night'. La classe del talentuoso Bruno Illiano alle tastiere si nota subito ma a colpirmi è il miscuglio che Daniele apporta alla canzone: inizio lento ma piacevole ma nel bel mezzo del pezzo, il ritmo aumenta, le parole si fanno più intense e il basso di Palladino si fa sentire, tutto sommato una gran canzone come se fosse una dedica a qualcuno o a qualcosa in particolare, chissà...'Guardami in face' è la terza traccia, un vero e proprio dizionario questa canzone! Tre lingue al suo interno ma la cosa più evidente è il classico bilinguismo Napoletano-Inglese che in questo disco viene leggermente meno. 'Baccalà' vuole essere l'anello di congiunzione tra il Pino dei primi anni 80' e questo cambio di genere. E' una canzone breve ma intensa. Molto napoletana (intendo ovviamente per testo e cultura) ma il nostro ce la mette tutta per rendere i suoni della sua elettrica quasi sublimi. Assoli ed intermezzi perfetti a mio avviso ed il tutto si completa con gli altri strumenti che però fanno solo da cornice. Poi c'è 'Nu poco 'e sentimento': questa canzone è semplicemente stupenda. Non c'è molta batteria ma Marotta riesce a farsi valere con colpi in controtempo e soprattutto con molta tecnica in evidenza. Ancora in evidenza Pino (Palladino questa volta..) con il suo basso ed il testo è molto profondo e bello...una perla.

La sesta traccia è 'Boys in the night':è la canzone più bella del disco ma si aggiudica questo speciale riconoscimento solo nella parte finale. Prima l'assolo dell' ''ospite'' (e che ospite....) Larry Nocella al sax, poi attacca Pino (e che attacco!). Sublime la sua chitarra, suoni perfetti, giusti, virtuosismi pazzeschi degni di un gran chitarrista. In sottofondo poi si può apprezzare anche il lavoro di Mino Cinelu alle percussioni. 'Mama e!' la trovo mediocre, a me non piace...questione di gusti. 'Aria' è la canzone che comprene la maggior parte degli influssi arabi, soprattutto l'intro. Poi il ritornello è bellissimo ed anche le parole sono poetiche, bella canzone. Volgiamo verso l'epilogo del disco: 'Scrack' contiene ancora influssi di musica araba poi c'è 'Occhi grigi' che è un capolavoro: un classico per eccellenza; la chitarra canta quasi meglio di Pino ma è il testo a stupire per la poeticità. L'undicesima traccia è anche l'ultima: 'Watch out' ha un intro accattivante che poi mantiene le promesse o le attese che la canzone può scaturire. Il pezzo è davvero bello, arrangiamenti buoni e inglese in gran quantità. A mio parere,questa canzone è un segnale: come se Pino ci stesse dicendo che voglia dare un seguito a questo esperimento 'rock-arabe'. Tutto ciò non lo colgo nel testo (forse un po' malinconico) ma nel testo ('Guarda fuori/oltre' per chi non avesse affinità con l'inglese).

In sintesi, è un album fantastico ma i suoi fans forse non lo hanno saputo 'leggere' bene e lo hanno anche criticato ingiustamente per questo cambio. Per me, è secondo solo a 'Ferryboat' (escludendo la raccolta dei live 'Live sciò del 1984,che è un testamento). Chissà se avrebbe avuto successo, quest'album dove lo avrebbe portato...