E' il 1997, e dopo il pur buono "Non calpestare i fiori del deserto" esce  questo "Dimmi cosa succede sulla Terra", sedicesimo album in studio di Pino Daniele. Già il titolo ci "avverte" del fatto che ci troviamo di fronte ad un artista che è combattuto tra la tentazione all'isolamento dal mondo e la voglia di partecipare ad esso, una caratteristica di molti musicisti del genere amato da Pino, il blues. Proverò qui a fare una breve descrizione delle tracce del disco, alla "rinfusa" (solo perchè le ho sul computer così, scusate...)

"The Desert in my head" è un brano rock-blues arabeggiante con la partecipazione di Noa alla voce, sostenuto da un riff ossessivo e ripetuto fino quasi alla noia, che non permette al brano di decollare, secondo me.

"Se domani pioverà" è un brano filosofico-sociale che presenta varie problematiche riguardanti lo stato attuale del mondo e la divisione tra Nord ricco e Sud povero; musicalmente presenta un buon ritornello, un ritmo classico-pop sostenuto e un bridge ancora arabeggiante (e non vi nascondo che a me il Pino "arabo" spesso non va tanto giù").

"Canto do mar" è un brano funky jazz che  ripropone tematiche storiche (lo sbarco in Normandia, le colonizzazioni greche e saracene di Napoli) realtive al mare; musicalmente presenta intermezzi rappeggianti di voci nere e di vibrafono, ad accentuare l'atmosfera "africana" e marina del brano. Non mancano tematiche sociali (facitem passà c'aggià parlà cu Bassolino\ je sto e casa nta cientsessantasett), sussurate e quasi "bofonchiate" da un Pino incazzato come ai bei tempi degli anni settanta.

"Questo immenso" invece è un brano più rilassante e rilassato, una timida canzone d'amore che l'innamorato rivolge all'amata quasi a chiederle scusa per i suoi errori del passato... Musicalmente si avvale di strumentazioni elettroniche di sottofondo e di un dolce pianoforte che accompagna la voce e la chitarra acustica di Pino. La conclusione è invece affidata alla registrazione di alcune onde del mare.

"Il pianeta delle parole" è solo una breve intro tribale di trenta secondi, mentre "Continueremo in navigare" è una arrabbiata e blueseggiante canzone che si interroga su una eventuale vita nell'aldilà, ed oppone a questo dubbio la certezza della personale storia d'amore del cantante che è convinto di poter "navigare" per sempre, a dispetto di tutti,con la sua dolce metà.

"Che male c'è", primo singolo del disco, è una canzone d'amore senza pretese che contiene un ritornello orecchiabile e poco più. La base è prettamente rap, testimonianza di un Pino sempre più aperto a tutte le novità e influenze in campo musicale. Inutile dire che la canzone ebbe un successo strepitoso all'epoca, chi ha la mia età la ricorderà benissimo.

Più interessante forse l'altro singolo del disco "Dubbi non ho": ancora una canzone d'amore, che presenta una interessante chitarra alla "More than words" degli Extreme e un ritornello più che dolce e "musicale". E' conclusa ancora dal vibrafono (probabilmente il fido Mike Maineri, già alla corte di Lucio Battisti, Chris rea, Mark Knopfler ecc.). Il classico evergreen di un musicista.

"La mia emozione più forte"  è una scialba canzone d'amore che si perde in una sperticata lode per la donna amata; nemmeno la chitarrra blueseggiante di Pino riesce a dare interesse ad uno dei pezzi sinceramente tra i meno riusciti del disco.

"Scirocco d'Africa" è un'altra canzone sullo stesso tono della precendente; invano suoni new-age oriented e il duetto con Giorgia tentano di risollevare il naufragio totale in cui versa la canzone... Meglio saltare del tutto la traccia.

Ci risolleviamo un po' con il terzo ed ultimo singolo del disco "Amici come prima", una lenta e dolce ballad sul rimpianto di un amore passato e ormai lontano. Buona la chitarra acustica di Pino che anche qui dispensa note eleganti in quantità, accompagnata da un orchestra di sottofondo e dalla stessa voce di Pino, "raddoppiata" per il controcanto.

"Non ho paura del mostro" è un brano di "mezzo", che strizza l'occhio un po' alle favole, nel testo (che occhi grandi che hai\è per guardarti meglio)e un po' al funky, nella musica...Non certo un capolavoro, ma può andare.

Chiudiamo con "Stare bene a metà", ancora un brano d'amore scialbo e melenso, uno di quei brani che tanto fanno odiare il Pinone nazionale dai suoi fan della prima ora...Inutile dire che anche qui una pur buona e volenterosa prova alla chitarra acustica non basta a risollevare la canzone: quando il brano non "funziona" puoi essere anche Django Reinhardt...

"Dimmi cosa succede sulla Terra" è un disco che ha incassato una "sfilza" di premi: "A distanza di un solo giorno dalla sua pubblicazione, ha debuttato al secondo posto della classifica FIMI, per poi raggiungere la prima posizione durante la sua seconda settimana di permanenza. Secondo i dati raccolti dalla rivista Musica e dischi, il disco ha venduto oltre 900.000 copie in Italia durante il 1997. In occasione del Premio Italiano della Musica 1998, l'album ha ricevuto una nomination come Disco italiano dell'anno, mentre il brano Che male c'è, in esso contenuto, è stato nominato come Canzone italiana dell'anno. Nell'ambito dello stesso evento, Pino Daniele ha ricevuto il premio speciale come artista dell'anno dalla rivista Musica!.Il successo commerciale dell'intero lavoro discografico ha consentito inoltre a Pino Daniele di aggiudicarsi la vittoria al Festivalbar 1997". (fonte wikipedia).

Ma come spesso accade, al successo commerciale non coincide un valore artistico rilevante, per cui il mio giudizio su questo lavoro non è "entusiasmante".

 

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