Fra le molte formazioni appartenenti allla scena italiana anni ‘80 del revival di sonorità di matrice ‘60 non si possono dimenticare i Polvere di Pinguino di Carrara. All’epoca i giornalisti tendevano a fare un po’ di confusione tanto che i Sick Rose vennero definiti psichedelici. Di psichedelico, in retrospettiva, non c’era molto: ricordo giusto i grandi No Strange, gli Effervescent Elephants, i Birdmen Of Alkatraz e gli Steeplejack, i Technicolour Dream, i Magic Potion e i mai citati Leanan Sidhe. Sarebbero da ricordare anche i Kryptästhesie che agirono però fuori tempo massimo. I Polvere di Pinguino erano invece una garage band che però suonava meno derivativa e calligrafica di molti loro colleghi.

Il suono dei Polvere di Pinguino era fondamentalmente un rock sanguigno che pagava il suo tributo a storiche formazioni degli anni ‘60 e inizio anni ‘70 come Rolling Stones, The Who e The Stooges senza dimenticare la lezione di gruppi a loro temporalmente più vicini o addirittura contemporanei come Gun Club, The Clash, X e Hoodo Gurus. Il risultato era un rock abrasivo e compatto che trovò la sua prima documentazione discografica nel loro primo singolo contenente i brani “Open My Hands” e “Alabama Song” (cover dei Doors riletta in maniera deflagrante). Pubblicarono poi nel 1988 un LP, ben accolto dalla stampa specializzata, per la Cobra Records e, successivamente, l’Ep Electric Tribe che li confermò su buoni livelli. Nel 1992 uscì il loro secondo album intitolato Leggi e allucinazioni per la Mellow Records di Sanremo, scelta che, col senno di poi, trovo molto curiosa in quanto si trattava di un’etichetta devota da sempre al rock progressivo (e quindi molto lontana dal loro stile) anche se aveva dato ampio spazio agli psichedelici Effervescent Elephants e a Lodovico Ellena. Proprio quello stesso anno il gruppo si sciolse.

Ora la mitica etichetta pisana Area Pirata pubblica una sorta di cd antologico intitolato Stand By The Dream che ci presenta il lato più immediato e sanguigno del gruppo, non mediato dalla sala di registrazione. Possiamo ascoltare il primo e già menzionato singolo che conferma, a distanza di tempo, tutta la sua potenza dirompente. Troviamo quindi le versioni demo registrate nel 1987 di brani poi apparsi sul primo album a eccezione di “Trash it, Baby!”. Questo brano era infatti fino ad oggi inedito. Stesso discorso vale per la successiva demo del 1989 che, in pratica, ci presenta anche qui le prime versioni del disco Mellow del 1992 eccetto “Back To Zero”, altro succoso inedito. Ma il pezzo forte di questo cd sono, a mio avviso, i 4 brani finali provenienti da un concerto dal vivo registrato allo storico CSOA Kronstadt di La Spezia. Quella dal vivo era indubbiamente la loro dimensione più congeniale in cui potevano sprigionare tutta la loro potenza iconoclasta. La cover “I Wanna Be Your Dog” degli Stooges è semplicemente da brividi e viene suonata con un’energia devastante.

Cosa dire alla fine di questo ascolto? Un altro piccolo pezzo di cultura è stato tolto finalmente dall’oblio. Questo cd è necessario in quanto fa parlare ancora dei Polvere di Pinguino e in questi tempi oscuri c’è sicuramente bisogno, ogni tanto, di ascoltare ancora del malsano rock’n’roll. Disponibile su Bandcamp: https://areapiratarec.bandcamp.com/album/stand-by-the-dream.








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