1971, Germania. Florian Fricke, mente dei Popol, alimenta la scena tedesca del kraut dando alla luce "Affenstunde". In questo lavoro si introduce la concezione compositiva del gruppo, anche se con un aspetto ancora un pò grezzo, e spicca notevolmente la titletrack, uno degli ottimi esempi di buon uso del Moog. L'ambient è surreale, immaginifico, estasiato, con cambiamenti di mood: si inizia con toni cupi, oscuri, per poi planare su territori paradisiaci, celestiali. Non si crea paura e shock, ma si cerca di congiungere l'uomo con pensieri alti, sommi, l'infinito ovvero. Un ottimo modo per far lavorare l'ascoltare con la propria interiorità, e quindi una psicanalisi vera. Questo è il messaggio degli anni Sessanta e Settanta.

Poi, nel 1972, si comprende la strada che si poteva intraprendere con fermezza, e non si vuole ricreare un concetto uguale ai Tangerine Dream, con droni elettronici e minimali ("Atem" e "Phaedra"). L'elettronica viene messa da parte, almeno intesa come elemento preponderante, e si concepisce l'idea di tessere melodie più vicine al raga, all'oriente e al mantra. Non a caso con il capolavoro "Hosianna Mantra" Fricke regalerà al mondo un dialogo mistico tra piano e voce femminile ("Ah", "Segnung" e "Nicht Nocht Im Himmel"), mentre chitarre in pochi ma ottimi casi ("Kyrie").

Con il secondo lavoro si piomba nel deserto, nell'Antico Egitto, alla corte del faraone, arricchendo di esoticità l'incipit, la titletrack. Un'influenza che sarà arrivata sicuramente da "Amboss" e "Traummaschine" degli Ash Ra Tempel, ma qui si è forse anche più lucidi nella rappresentazione. Niente scale mastodontiche di Gottsching ma un intro surreale, panico, naturalistico quasi..con il riprodurre lo scorrere dell'acqua e le tabla che sposano perfettamente i primi sibili elettronici. L'idea che si vuole rendere è di effettuare un disegno solenne, liturgico, che si concretizzi poi con un crescendo efficace con un organo che rapisca l'orecchio. Tutto ciò è ammaliante e c'è da considerare che la titletrack è uno dei primi brani registrati in una cattedrale.

"Vuh", l'altra parte del vinile, è meno riflessiva e tende più a coinvolgere l'ascoltatore in una nube sonora. C'è un'applicazione estrema di "A Saucerful Of Secrets" con l'estasi del mantra indiano, il chè è del tutto originale agli inizi degli anni Settanta. E' attenta e sorpresa l'altra parte dell'oceano, l'Inghilterra e addirittura attoniti persone come Battiato o Aktuala.

Elenco tracce e samples

01   In den Gärten Pharaos (17:38)

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Altre recensioni

Di  Airone

 Nessuno come Florian Fricke ha saputo unire il rock al misticismo più puro, a renderlo metafisico e religioso.

 Nessuno prima di Fricke aveva creato della musica rock come mezzo di estasi spirituale.


Di  bigbigkeys

 Ipotizzando un immaginario paradiso o nirvana a metà strada tra quello buddista, cristiano, e indù, non si può immaginare nessun meglio di loro.

 Fare dono al cosmo e al creatore del non-tempo di alcuni dei suoni più belli mai prodotti su questo piccolo e insignificante pianeta.


Di  CosmicJocker

 Sei tu che guardi lo specchio o è la tua immagine che sta guardando te?

 Un 'minimal-jazz' spirituale; cristalli di pianoforte e brezze chitarristiche si sciolgono nell’acqua sorgiva ed accompagnano il volo dell’ibis.


Di  kubik

 Quanto tempo ci vuole per fare quaranta minuti? quanti minuti ci vogliono per fare il tempo? quanto tempo ci vuole perché il tempo non sia?

 Tutto si svolge dolcemente, nessuna puntura di spillo, nessuna guerra psichica.