Il secondo album della PFM rivela rispetto al disco d’ esordio qualità meno appariscenti, ma non per questo meno solide; non c’ è un brano che svetti sopra gli altri, ma il livello complessivo è indubbiamente alto. Si nota il progressivo affrancarsi dai modelli stranieri (soprattutto crimsoniani) per creare un suono dai timbri caldi, mediterranei, con accenni di danze popolaresche e medioevali (soprattutto per le parti di chitarra).

L’ incipit dell’ album “Appena Un po’ ” ci introduce da subito nel clima generale del disco sognante e bucolico, con la formula, intro di chitarra/assolo di moog e/o pianoforte/ di nuovo la chitarra, predominante per il sound generale. Con “Generale” il ritmo si fa più energico, ma sebbene originale la cadenza da marcetta militare la penalizza un po’ . L’opera però si risolleva subito, grazie alle straordinarie “Per un amico” (dedicata a Claudio Rocchi) e “ Il banchetto” . Soprattutto quest’ ultima ha una grande forza evocativa , caratterizzata da un grande intermezzo strumentale magistralmente suonato da Flavio Premoli. ù

A degna chiusura di tutto il lavoro arriva “ Geranio” , dapprima lenta poi sempre più frenetica. L’unico piccolo neo riguarda le parti vocali, data la mancanza di un vero cantante di ruolo (Lanzetti arriverà soltanto in seguito) cantano un po’ tutti i membri del gruppo, con il risultato di spersonalizzare un po’ le composizioni , che restano comunque a livelli eccellenti.

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