La scena iniziale di Pulp Fiction è il più bell'affresco in una gangster story che abbia mai visto. Due delinquenti da strapazzo stanno consumando la colazione in un fast food, chiacchierano tra loro come ogni coppia di fidanzati. Già da questa scena Tarantino ridisegna il genere gangsteristico, inventando clichè personali nell'arte del dialogo, col fine di ribaltare i modelli tradizionali, più diffusi fino ad allora.

"Voglio dire, così come vanno le cose oggi, una rapina in banca è molto meno rischiosa, si, mi puoi credere, le banche sono più facili, le grandi banche hanno la disposizione di eseguire ogni volontà, sono assicurate, che cazzo gliene frega, non hai neanche bisogno di una pistola per una banca, ho sentito parlare di un tipo che andava a spasso nella banca col cellulare, dà il telefono al cassiere, uno dall'altra parte del telefono gli dice… abbiamo sua figlia in mano nostra, dategli tutti i soldi o ammazziamo la ragazza… "E ha funzionato?" … "Eccome se ha funzionato, è di questo che parlo, questo scioperato si aggira in una banca col telefono, non con una pistola, non con un fucile, solo con un telefono del cazzo, ripulisce il negozio e quelli non muovono neanche un merdoso dito" (Di certo la versione in Italiano è un pò diversa, me l'ha tradotta mia cugina) I due ingenui delinquenti parlano per alcuni minuti, la stupidina e romantica Honey Bunny (Amanda Plummer) che ascolta rapita quello che dice Pumkin (Tim Roth) infine decidono di ripulire il fast food, prima di mettere mano alle armi si baciano, poi, dopo aver mostrato l'artiglieria, la scena si interrompe per mostrare il titoli di testa, accompagnati dal pezzo "Misirlou" di Dick Dale & His Del Tones.

Il film si discosta dalla grande quantità di pellicole dello stesso genere smantellando i luoghi comuni, con forti dosi di ironia e sottile umorismo nero, che il regista mette in ogni scena, dando una svolta stilistica al Gangster Movie. Demolita la facciata dei film che lo hanno preceduto, attingendo alla produzione letteraria "pulp" dell'anteguerra, costruita più che altro sulla violenza, Pulp Fiction è la migliore e più innovativa pellicola degli anni novanta. Nel film niente è soggetto a restrizioni o a condizionamenti, ogni cosa è ben fatta. Sostenuto da una brillante colonna sonora e dalla forza tragicomica degli attori, con la collaborazione di Roger Avary, Tarantino ha scritto una sceneggiatura che si distingue non solo per leggerezza e dialoghi brillanti, ma anche per la capace costruzione drammaturgica, di ammirevole coesione e ritmo. Raccontare interamente la trama, è superfluo, perchè la parte importante del film è la caratterizzazione dei personaggi, la pellicola non offre interpretazioni del bene e del male, i sicari sono come gli eroi dei cartoni animati, semplificati e costruiti con personalità inattendibili. Ogni scena sta in piedi da sola, così Tarantino per mantenere vivo l'interesse dello spettatore, mescola le carte invertendo l'ordine temporale, ma alla fine, i pezzi si possono combinare insieme coerentemente. I gangster non si affaccendano solo in questioni da criminali, ma prima di compiere nefandezze, parlano dei fast food in Europa, di massaggi ai piedi, dell'Olanda, dialoghi dai risvolti umoristici, delicati come una coccola, sono il filo conduttore di tutta pellicola, così che, i " cattivi ragazzi" che ammazzano senza farsi scrupoli, sono rappresentati in modo tale, da suscitare simpatia nello spettatore. In un mondo esasperato, nel quale la cattiveria appare di una banalità sconcertante, smantellate le regole dei gangster movie precedenti, cade pure la rigorosa visione che li distingueva, seri e disciplinati nel raccontare la trama.

Le varie storie sono descritte da una manciata di attori. L'improbabile coppia di Killer Jules e Vincent, che dopo aver recuperato una misteriosa (e maledetta) valigetta per conto del loro boss Marcellus, Vincent (Travolta) sbadatamente spara in faccia ad un giovane insozzando l'automobile, Mia, la donna del boss dedita agli stupefacenti, che va in coma per aver scambiato l'eroina con la coca, i già citati Honey Bunny e Pumkin che si guadagnano da vivere rapinando quello che capita, il pugile Butch che anzichè andare per terra in un incontro truccato, decide di non stare al giuoco, cerca di fregare il boss e si da alla fuga, Harvey Keitel, The Wolf, quello che risolve le situazioni (a mio parere la figura meno riuscita del film). Ma non sono da dimenticare gli attori che recitano parti secondarie, per primo Christopher Walken, che consegna ad un Butch ancora giovane, un orologio d'oro, che nei decenni, passando da un culo all'altro è giunto finalmente in possesso del ragazzo, i due sadici pervertiti che sodomizzano Marcellus, la curiosa tassista colombiana che si getta nell'auto, dal primo piano per caricare Butch. Il film termina nel fast food dove è iniziato, mentre Honey Bunny e Pumkin tengono in scacco i clienti ed il personale, se la devono vedere con Jules, (Samuel L. Jackson) una sorta di killer moralista, che uccide senza rimorso, ma cita spesso passi della Bibbia. (Citazione)

Grottesco e complesso la pellicola di Tarantino è stata una iniezione di adrenalina nel cuore del cinema d'intrattenimento.

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