Cinquieme-rigo’s back ordunque: trattasi, in effect, della discographica rentrée dei four originali vetero-rigHi plus l’esordio della portentosa vocalica neo-rigHa, Mademoiselle Luisa, ma tant’è.

Finora una tra le rare e contemporanee, relativamente novelle, stivaliphormi realtà degne di essere sottoposte ad approfondito et aggradito ausculto, in virtùte di una poco comune attitudine volta alla esternazione di una vincente ecletticità (pur muovendosi entro riconoscibili parametri) und suono-ricerca, aborrente la sound-banalità, come spesso (ahinoi) non apprezziamo nell’origliar giovani -e vetero- assai sovrastimati quanto esposti suono-virgulti italioti.

Estrapoliamo (e non se ne parli più) l’arcinoto und fastidioso sassolino dalla angusta e fetida scarpa: il giovine talentuoso, bizzarro et interpretativamente und vocale/mente dotato assai, frontman De Leo, non è più della partita, e si sente: nel senso qué la novella quanto impressionantemente stentorea voce trecentosessantagradesca della subentrante, potrà apparire un azzardo, la fa subitaneamente da padrone nel Cannoneggiante (no psicotropia, relationship) ritorno, detonato a uso et consumo di vetero-curiosi et potenziali origlianti della tarda ora.

L’efficace e notorio trasversal/not-really-easy pseudo-POP jazz-oriented, a base (mi si perdoni la farraginosa gergalità, as usual) di fiati & corde a sazietà [violiname, clarinettame und saxophoname sparso (contagoccistiche le porzioni percussive, as prassi)] est vieppiù similare ai precedentibus et apprezzabili {de gustibus: ora pronobis} lavori in studio: quasi a voler testimoniare qué nada, in fin dei conti, est andato irrimediabilmente perso/modificato, et a larghi tratti parrebbe realmente così; annotiamo peraltro la folta presenza (ben cinque su quindici tracc[i]e) di altrui riletture.

Dopo breve intro di sapore medievaleggiante, Quintorigo accorda, intriga e diverte tramite la propria abituale instrumentazione grazie alla ondivaga e affilata (anche testualmente) traccia lavoro-titolatoria; decisamente un potenziale et (altresì) sdoganabile singolo parrebbe essere “Nel clone del padre” per via della assai-catchy (per il loro standard) quanto easy linea armonica oltreché sorretta da un moderno tappeto percussivo (fin troppo) convenzionale; altresì muy interessanti paiono le distorsioni intrise in “Lacrime” e l'accecante “Sole Invisibile (Invisibile Sun)”, le quali rammentano significativamente le positive obliquo-pop arditezze espresse in passato fin allo scorbutico predecessore: morigerate, nervose, altalenanti, spesso atletiche e talvolta guizzanti stratificazioni cordistiche unite alle godibili e plurisfaccettate vocalità si evidenziano mirabilmente: si ha la netta et piacevole percezione qué la cordiale neo-ugolatrice si compenetri del tutto naturalmente nella pentagrammatica stringhettante congrega.

Non è tutt’oro, malchanceusement: alcune parziali, lezioso/gratuite audio-stucchevolezze [la scarsamente entusiasmante (a parere di chi farnetica, obviously) “Alligator man” o lo spiritual “Soon I Will Be Done” (W. Dawson)] non consentono l’attribuzione del compiuto gradimento ad un’opera comunque irreprensibilmente matura e sfa(s)ccettata; in ultimo, adeguata sottolineatura merita la coraggiosa sc(i)elta di conferire la rilettura della pur riuscita Stratos-pherica “Luglio Agosto Settembre (Nero)” [Area-tributo], qué avrebbe, con qualche azzardo, meritato miglior sorte qué non una tutto sommato (ancorché irta) para-calligrafica ripropositzionem, qué nulla sottrae (et sfortunatamente) nulla addiziona (d’altronde la versione POPolare “temo” resterà, pressoqué inarrivabile..) a quanto già ampiamente noto.

La sensazione/impressione di fondo, est qué nonostante si sia teso alla conservazione delle proprie più che positive audio-istintualità, la banda suonante abbia, a tratti e temporaneamente, accantonato la via meramente meno convenzionale, propulsiva/progressista (no politician, relationship) del proprio intrigante modulo espressivo: verosimilmente la maggiore preoccupazione in seno all’orfano quartetto era quella di plasmare un cospicuo segno vitale con un affatto banale e solido (circa soissante minutes complessivi di musique assortite) lavoro come il presente.

Last nota (mica tanto) a margine: il Pentarigo sostiene fattivamente Amref, ulteriore e nobile tassello per rinnovar Loro appropriata et contemporanea meritata attenzionem.

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