CANZONI COME FILI D'ERBA
ovvero il folk agrodolce del terzo incomodo

Buongiorno e benvenuti nel Solaio Dei Dischi Che Non Hanno Fatto Storia. Nascosto in uno scaffale, sotto chili di polvere, inserito per sbaglio tra "Man Of Words, Man Of Music" di Bowie e "Set The Twilight Reeling" di Lou Reed ci trovate questo "Let It Come Down", firmato dal nuovo chitarrista di Isobel Campbell, James Iha (ah dimenticavo: ex-Smashing Pumpkins, Vanessa and the O's, A Perfect Circle...)

"Let It Come Down" non avrebbe mai potuto fare storia perché è tutto il contrario di quello che l'ascoltatore medio di Pumpkins e musica alternativa in genere voleva sentire. Scordatevi le atmosfere dark o le nervose raffiche chitarristiche del gruppo di Chicago, qui abbiamo tra le mani un caratteristico disco di ballate incastonate in qualche modo tra il country-folk e il new-acoustic.

L'esordio solista di James è fatto dai raggi del sole che nella copertina illuminano il suo volto dimesso. Ci sono le chitarre pulite e jingle-jangle che già contrassegnavano il suo stile in Mellon Collie, nella splendente "One And Two" ci sono i cori cristallini di D'Arcy, ex compagna di zucche, ma soprattutto c'è la voce agrodolce del cantante nippo-americano.
E non abbiamo bisogno d'altro, perché l'album rende perfettamente le atmosfere che l'artista ci vuole comunicare, quelle che possiamo avvertire nell'aria di campagna quando comincia a soffiare la primavera e i raggi più caldi fanno capolino tra le fronde.

Se si ascolta questo cd senza aspettative e pregiudizi, canzoni come "Be Strong Now", "Jealousy", "Beauty" e "Country Girl" ci regaleranno minuti di vaga e semplice gioia; "Sound Of Love", "Silver String" e "No One's Gonna Hurt You" non ci faranno versare mai alcuna lacrima, ma la voglia di carezze potrà attraversarci il viso per un attimo... purtroppo non mancheranno nemmeno gli sbadigli con "See The Sun" e "Lover, Lover".

James Iha nel 1997 ha la volontà, e il coraggio, di allontanarsi il più possibile dall'ego spropositato di Billy Corgan, che in Mellon Collie aveva fagocitato tutti, componendo brani solari e disimpegnati, senza l'ombra della sperimentazione, quasi creati apposta per far riposare i timpani e la mente tra un disco e l'altro dei Pumpkins.

da "Sound Of Love":

The sound of love is passing as city's decay
and people always searching a lonely disease
and overrunnung run right to me babe
i swear that this love is strong
it's gonna carry me and over this dream and every desire...

PS: mi piace considerare "Let It Come Down" un atto estremo, come i Tin Machine di Bowie, o gli Zwan, in ogni caso ci sono momenti in cui riesco ad apprezzarlo di più della prima prova solista di Corgan...

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