"Oh My God"
Qualcosa di valore mi aspettavo, ma nulla di cosi deliziosamente e fluidamente amalgamato. Un gioiello dimenticato tra i resti di antiche civiltà sud americane. Si parte con reminiscenze Floydiane imbevute di mistico tribalismo che pare "Through Silver in Blood, Il Prologo", peccato che immediatamente dopo ti si palesano davanti agli occhi i Cure (!) di "Lullaby" rivisitati in chiave sciamanica. L'esorcismo è compiuto. (O solo iniziato?) Aspettiamo il sole per dirlo...
Il Tempio Liquido anticipa i Galaxie 500 di "Spook" in presenza di rituali che preferisco continuare ad ignorare. Lì il tono sarà abulico, qui magico. Gli Spiriti Oscuri si nascondono dietro una sezione ritmica post punk (gli Wire di 154?) incarnando lo spirito rock sciamano per eccellenza: Jim. Niente distrazioni però, è partita "Bear Cave". L'Orso si muove su coordinate glaciali, il pezzo sembra il cuginetto di "One Hundred Years" cantato da Stephen Immerwahr (ex Codeine), o se preferite, da Michael Gira al risveglio da un'anestesia totale. La temperatura è scesa. E di molto. "Dreamings Ending" suona come suonerebbe "Let there Be More Light" data in mano ai Led Zeppelin. La pratica tribale sembra non essere più sotto controllo...
"Oh My God"
Ancora il futuro fantasma di "Spook" fa capolino nei Fiori Elettrici, talmente evidente che ci si chiede se sia una cover non autorizzata quella dei 500. L'amore viscerale per i Cure viene ribadito in "Moonlight", sorellina stavolta di "Cold", sempre sotto la supervisone Floydiana. Questi con "Pornography" c'hanno fatto all'ammmore, non c'è che dire. E si continua su questa scia anche con "Where Merlin Plays" che potrebbe rappresentare un'antichissima danza azteca sotto funghetti by a Saucerful Of Secrets. Pronti, ari-via. Parte il secondo ciddì (ah... finora abbiamo gustato del primo...) con il remake di "The Nile Song" da "More". Sinceramente preferisco l'originale, perchè Gli Spiriti del Tempio Rosso ne propongono una versione discretamente pedissequa e sin troppo fedele della stessa. Ma è un dettaglio. Loro sono Persi Nel Sogno (come recita il titolo della penultima traccia), ma ci siamo persi dentro pure noi, perchè sto sunto frullato di Wire + Cure + Floyd è, se non Il vertice, uno dei vertici dell'opera. Già, UNO dei vertici. Dimenticavo la suite finale, degna coda che ambisce ad esaltarne lo spirito mistico, una specie di "Trilogy" gotica dove Faircolth ora assume le sembianze di Morrison, ora di Robert Smith , senza soluzione di continuità.
"Oh My... ehm"... forse non è il caso di invocarlo troppo spesso, la Luce di Cristo si è rivelata...
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