Dopo "Document" (1 milione di copie vendute), i REM uscirono dal circuito underground e ricevettero diverse offerte da grosse case discografiche. Firmarono con la Warner Bros. perché questa garantì loro completa libertà e nessun limite di tempo fra un'uscita e l'altra. 

Armati di nuovo entusiasmo per il nuovo contratto (10 milioni di dollari), i quattro tirarono fuori questo disco, che, grazie alla promozione pubblicitaria della major e a un loro tour europeo, vendette 4 milioni di copie.

"Green" è nettamente superiore a "Document", nonostante le solite fanfaronate ("Stand", "Get Up", "Pop Song 89") e le solite pretese soft-rock ("Orange Crush", "Turn You Inside-Out", "la traccia finale"), che però, questa volta, sono più decenti di quelle dei due dischi precedenti -  pur essendo lezioni di noia e mediocrità.  

Quello che rende unico "Green" è la presenza - per la prima volta nella loro storia - di tre eccellenti pezzi acustici: "The Wrong Child", "Hairshit", e soprattutto la splendida "You're the Everything".

I due brani rimanenti sono nel solco del loro classico folk-elettrico dal sapore psichedelico dei primi tre dischi: la cupa "I Remember California" e soprattutto "World Leader Pretend" (uno dei loro capolavori, lezione di folk-rock dolente con uno Stipe da brividi e dei controcanti geniali).

Un 3.5 che si può arrotondare, perché "Green" è meglio di "Life...".
 

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