Anno 1996. Dopo tre grandi successi planetari e lo sfortunato "Monster tour", segnato dai problemi di salute, i R.E.M. pubblicano il loro 11° album. Solo 4 delle canzoni di questo lavoro sono state registrate in studio, a Seattle. Le tracce rimanenti sono state tutte incise nel corso del tour, nei vari soundchecks e addirittura in uno spogliatoio di Philadelphia! Infatti, il tema predominante di questo album è indubbiamente il viaggio.
A mio avviso, è questo il vero capolavoro del quartetto di Athens, senza dubbio l'opera più completa e matura. E' di certo l'apice della loro onorata carriera, in quanto in seguito a questo gioiello, vuoi per un normale calo artistico, vuoi per il traumatico addio del batterista Bill Berry, colpito da un aneurisma nel corso del suddetto tour, vuoi per un cedimento al fascino del commercio (il 1996 è anche l'anno del faraonico rinnovo contrattuale con la Warner Bros), la band purtroppo non sarà più la stessa, e comincerà un' inesorabile parabola discendente. Il risultato di questo lavoro è però strepitoso, davvero superlativo.
Il genere predominante di "New Adventures In Hi-Fi" è senza dubbio il rock, in alcuni brani davvero duro e possente, sulla scia del precedente lavoro. Vengono comunque ricuperati qugli stupendi momenti dolci, acustici più tendenti al folk, che erano praticamente assenti in "Monster". In ogni caso, è un album in cui la monotonia è davvero un mistero. Ogni momento è particolare ed affascinante. L'uso delle tastiere è massiccio, ma non va a scapito delle chitarre. Peter Buck e i suoi strumenti restano indiscussi protagonisti (e in futuro non sarà sempre cosi), e ci mostra ancora ottimi virtuosismi. Oltre alle ottime interpretazioni di Stipe, Mills, Berry (il suo canto del cigno), nonchè degli strumentisti ausiliari, è da segnalare un primo marginale utilizzo di elettronica e sintetizzatori, dei quali si abuserà negli anni a venire, mentre qui risultano un gradevole elemento di ricamo. C'è comunque da restare sbalorditi a leggere la varietà di stumenti adoperati in questo lavoro (note interne).
"How The West Was Won And Were It Got Us", in apertura, è una canzone lenta e pianistica, con un fischio in sottofondo e qualche intervento di chitarra e bozouki. In "The Wake-Up Bomb" pare che il titolo rispecchi il cotenuto. E' infatti un potente hard rock, con un ottimo intreccio di chitarra elettrica e organo. L'atmosfera si calma con "New Test Leper", ottima ballata semi-acustica, con dei piacevoli assoli di organo. La successiva "Undertow" è una canzone decisamente cupa, dominata dalla chitarra distorta, supportata da alcuni effetti. La quinta traccia è la celeberrima e romantica ballata "E-Bow The Letter", nella quale Stipe duetta, con ottimi risultati, con la sua "musa ispiratrice" (sin dall'età di 15 anni) Patti Smith. Tra gli strumenti utilizzati in questo brano c'è persino un sitar elettrico! "Leave" è un altro capolavoro del cd. Molto lunga (oltre 7 minuti), dopo un'introduzione acustica diventa un robusto rock, con un effetto sirena costante in sottofondo. Stupenda anche la parte vocale. Segue il trascinante punk rock di "Departure", con un avvio chitarristico da brividi e un crescendo da decimo grado scala Mercalli, con una grande sovrapposizione vocale nel ritornello. "Bittersweet Me" è un altro sostenuto brano rock, con un pregevole riff di Buck nel ritornello. In "Be Mine" siamo invece di fronte ad una superba e malinconica ballata elettrica, con un dolcissimo cantato ed un bel crescendo nel finale. La seguente "Binky The Doormat" è un energica canzone nel medesimo stile di "Bittersweet Me". "Zither" è un breve, intenso e originale strumentale elettrico.
Con "So Fast, So Numb" l'adrenalina torna alle stelle. Una delle migliori canzoni, un altro grintosissimo hard rock! Eccellente! (ve la consiglio anche in versione live). La successiva "Low Desert" è forse la meno convincente dell'album. Una piacevole ballata elettrica, ma nulla più. La conclusiva "Electrolite" è invece un altro dei pezzi da novanta dell'album. Una dolcissima canzone folk per pianoforte, batteria e banjo, con uno splendido intermezzo musicale nel quale partecipa anche il violino.
In conclusione, c'è da dire che questo gioiello è INSPIEGABILMENTE misconosciuto e sottovalutato da una parte del pubblico e perfino della critica (non sanno cosa si perdono...). Molti fan dei R.E.M. invece non esitano a porlo in cima alle loro preferenze di questa band ed il sottoscritto è uno di quelli!
ECCEZIONALE!!!
AntiComunista
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