Il numero 3 pare piacere alla band modenese dei Rev Rev Rev:

3 sono i long play fin qui realizzati.
3 sono gli anni che separano uno dall'altro.
3 sono i Rev nel proprio nome

3 not 3.

Nei precedenti dischi si è potuta sentire l'evoluzione da un sound vicinissimo ai My Bloody Valentine, passando per schermaglie puramente noise e mantra Velvet-iani.
In Kykeon si può affermare che il post-punk abbia avuto un'influenza importante, il sound si fa pesante e nonostante la voce femminile dissolva questa tenaglia rumoristica ci sono dei momenti davvero cupi.
Se la traccia iniziale (Waiting For Godel) può ricordare i Jesus Lizard, più ci si inoltra nella tana del bianconiglio, più si comincia ad essere avvolti da una coltre di nebbia spessa dove le citazioni si perdono e si dilatano: A Place to Bury Strangers (Catching a Blade) ed echi Sabbath-iani (Gate Of The Dark Female).

Un lavoro che guarda moltissimo verso gli Stati Uniti, oltre ai già citati nomi, possiamo aggiungere Sonic Youth, Medicine, Drop Nineteens e tantissimi altri.
I momenti migliori sono dove le canzoni non trovano più appigli e si viene sommersi, cullati e ipnotizzati (Summer Clouds).

Stiamo sicuramente parlando di una tra le band che ha saputo meglio valorizzare ed evolvere il nugaze, una band italiana oltretutto.

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