I Love Radio Rock
Richard Curtis
Commedia 2009

La musica deve entrare dalle casse nelle orecchie diretta e forte: senza avere paura di dar fastidio al vicino del piano di sopra o stando attaccati davanti allo schermo di un pc rovinandosi gli occhi per vedere scorrere le immagini a bassa risoluzione. Pochi cazzi, un film come quello vi sto per descrivere non è una cagatina di serie C made in USA, e va visto al cinema seduti su una comoda poltrona. Non sarà una pietra miliare ma una gran bella commedia, questo sì, e per come è stata recitata e scelta la colonna sonora merita, dal mio point of view, i 7 euro richiesti.

Ne ha fatta di strada quel pancione di Philip Seymour Hoffman. La prima volta che l’ho visto era nel cast del "Grande Lebowski" quando vestiva i panni di un impacciato maggiordomo. Quel pingue ragazzo ha preso appunti ed infatti, in “I Love Radio Rock”, il Conte che interpreta con grande verve ha qualcosa del mitico Drugo di Jeff Bridges. Non lo scopro oggi, ma Hoffman dà ancora una volta conferma di essere un attore dal talento superiore ed eclettico. Prendete la recente “La famiglia Savage” (drammatico film di due anni fa) e questo “I Love Radio Rock” e guardate i suoi occhi, movimenti ed espressioni. Giorno e notte, bianco e nero mantenendo livelli qualitativi difficilmente raggiungibili per molti. Oscar o non Oscar questo attore negli anni è diventato una certezza e d’altro canto da uno che esordisce con un filmetto come “Scent Of A Woman”... Ma non divaghiamo. Il Conte in questo film è l’esaltante ariete di sfondamento di una ciurma di pazzi dj rivoluzionari e trasgressivi che capitanati dal Lord atipico Quentin (Bill Nighy) su una nave dal Mar del Nord trasmettono su “Radio Rock” rock’n roll 24 ore su 24 sull’onde medie. In culo al perbenismo borghese, fanno 20 milioni di ascolti in U.K. diventando una droga: un’irrinunciabile valvola di sfogo alla quale i teenager britannici si aggrappano verso la metà degli anni ’60, quando il rock era nell’età dell’oro.

La storia è elementare. Il governo sotto le vesti del bastardo, cinico ed acido del ministro di turno (un truccatissimo Branagh davvero magistrale nell’interpretare e rendere al meglio questo stereotipato personaggio) dichiara guerra alle Radio pirata. Come va’ a finire il film è secondario. Quello che c’è in mezzo merita invece di essere sottolineato. Entriamo nelle paratie della stazione galleggiante grazie all’arrivo improvviso del figlioccio di Quentin, Carl. Un adolescente da plasmare, argilla da modellare a piacimento nella barca dell’amore. Qui, in un concentrato di divina immoralità alla "Animal House" cresce conoscendo amore, delusione, amicizia e gioia di vivere. Condito da un humor sarcastico, momenti di pura rivalità ed altri di esaltazione estrema conosciamo grazie ad un frenetico ritmo i personaggi diversi che compongono un assurdo team variegato ed unito da un‘unica passione: la musica rock. I continui eccessi, i momenti melanconici, ed addirittura paurosi di un’un esistenza al limite sono resi benissimo da una colonna sonora sconfinata che non è mero contorno prelibato, ma invisibile attore protagonista aggiunto in quanto si spazia da Hendrix, Smoke, Who, Jeff Beck, The Kinks, The Turtles, Cat Stevens ecc... e le note si collegano, uniscono alle immagini.

E’ bello quando senti una sala cinematografica ridere di gusto ed in effetti di scene riuscite Richard Curtis (autore di "4 Matrimoni e funerali", "Nothing Hill" e "Love Actually") ne ha scritte davvero un bel numero per un pugno di bravi/ottimi attori che le hanno rese al massimo. Se vogliamo ergerci a critici saccenti, dovrei dire che il film parte forse troppo a razzo. Il primo tempo è infatti uno scoppiettio di brevi fuochi d’artificio, una sequenza nella quale quasi non si riesce a digerire una gag che subito ne viene sparata un’altra. Il finale è più che esagerato, un tripudio totale, ma alla fin fine è proprio l’eccesso e l’andare oltre, la vera spina dorsale di questo film, che incarna accentuando, oltremodo lo spirito quegli anni che purtroppo non ho vissuto. Quello che conta alla fin fine, cazzo, è che io per due ore mi sono divertito proprio un casino.

 

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Di  lorenzo tore

 "La musica ti permette di stringere i denti nei momenti duri e la donna nei momenti dolci."

 "The show must go on."