ROBERTO VECCHIONI, ALTRE CANZONI 1966-2021 (aggiornamento 31 ottobre 2021).

In oltre 50 anni di lavoro sulla parola Roberto Vecchioni, escludendo gli album totalmente di inediti e le "mezze antologie", ha sparpagliato una quarantina di canzoni in live e raccolte, ma anche in dischi altrui. Anziché recensire i dischi di appartenenza, ho voluto comodamente unire in un'unica recensione questi brani, per completare l'opera vecchioniana in questa sede. Si parlerà prima di 20 brani, 19 appartenenti alla sua discografia solista, poi di altri 25 in dischi altrui.

Si comincia da molto lontano, dal 1968, quando il 23enne appena laureato in Lettere Classiche incide il suo primo 45 a suo nome: "La pioggia e il parco/Un disco scelto a caso". Siamo veramente al Vecchioni primordiale ed essenziale, voce e arpeggi di chitarra. Tuttavia la collaborazione con Lo Vecchio risulta vincente, e infatti la coppia diventerà molto richiesta nel panorama musicale, anche sanremese, di quegli anni.

Per trovare un altro brano presente solo in 45 giri bisogna andare al 1983, quando esce "Hotel degli assassini", che nel retro ha "Morgana", già pubblicata in "Hollywood Hollywood". La copertina ritrae un Vecchioni investigatore, ed il pezzo è infatti accattivante musicalmente e il testo gioca molto con le rime.

Salto di 9 anni, e troviamo nel live "Camper" del 1992 l'unico inedito, "Voglio una donna", con il quale il Prof. vince il Festivalbar, un buon compromesso tra musica di facile presa (e diciamo anche presa dallo Bruce Springsteen di "I'm going down"!) e testo anticonvenzionale, con improbabili rime tipo "Freud/Lloyd". Sempre nel 1992 esce in allegato a un libro "Voci a San Siro", un Q-Disc con quattro brani mai pubblicati: "Addio alle armi", scritta nel 1990, citazione letteraria di Hemingway che sarebbe stato ancora citato nel 2004; "Waterloo", "Quello che non sai" e "Camion", scritte tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. Il primo brano risulta il migliore, e manifesta la maturità testuale di Vecchioni rispetto ai decenni precedenti.

Passa un anno, e il docente meneghino ci dona una perla scritta integralmente di suo pugno, dedicata a Vladimir Visotsky, intitolata semplicemente col nome dello scrittore. Una canzone nel modus operandi che ricorda sia "A.R." che la successiva "Vincent".

1997: nella "Studio Collection" appare un inedito di pregevole valore, "Verrà la notte e avrà i tuoi occhi", ancora una volta citazione letteraria, questa volta di Cesare Pavese. Il brano è energico, arrangiato anche con chitarre elettriche, per un Vecchioni ormai maturo e moderno. Nel secondo live del 2000, "Canzoni e Cicogne", oltre all'inedita canzone che da il titolo al disco, c'è una cover (e che cover!) del cantautore americano Don McLean, ed è "Vincent", dedicata a Van Gogh. Con l'aiuto dell'ex alunno e poi paroliere Enrico Nascimbeni Vecchioni traduce, non solo letterariamente, ma anche secondo la "sensibilità europea", il testo originale, e ne esce fuori un capolavoro, arrangiato anche questo elettricamente.

Ad essere protagonista per il live "Il contastorie" del 2005 è una cover, questa volta di Jacque Brel, in omaggio alla tradizione francese: "Le stagioni nel sole", cantata solo live ed introdotta ampiamente dal cantautore.

Si arriva al 2011, anno meraviglioso per Roberto, che vince il Festival di Sanremo, con tanto di Premio della Critica, e pubblica due antologie, "Chiamami ancora amore" e "I colori del buio". Nella prima c'è un trittico di apertura da paura: "Chiamami ancora amore", il brano della vittoria sanremese, che è un po' la "Sogna ragazzo sogna" aggiornata; "Mi porterò", sentita dichiarazione di fronte alla morte, dove si elencano tutte le cose che si porteranno con se dopo la vita; e "La casa delle farfalle", canzone sulla guerra, come lo era stata anche "Marika" e andando indietro la superlativa "Tema del soldato eterno e degli aironi". Come bonus track acquistabile solo in digitale c'è la reinterpretazione di un brano semisconosciuto inciso da Bruno Lauzi nel 1968, "Il bene di luglio". Nella seconda antologia compaiono "I colori del buio" e "Un lungo addio", entrambe sentite, soprattutto la prima, che ricalca lo stile sia di "Chiamami ancora amore" sia di "Mi porterò" per un risultato intenso e alto.

Concludiamo con l'anno 2016, quando in "Canzoni per i figli" appare "Che c'eri sempre", dedicato alla madre e tratto da un brano del libro "La vita che si ama", musicato con l'introduzione di "Canzone da lontano". Struggente e commovente.


Gli altri 25 brani: "Barbara Ann", "Lasciate qualcosa per me" e "Se rimani con noi" per i Pop Seven, che segnano l'esordio discografico nel 1966; la brevissima "Un’altra storia", nel 1979, e l'omaggio a Charles Bukowski "L'ultima notte di un vecchio sporcaccione", nel 2001, con Enrico Nascimbeni; "O Tannenbaum", in una versione personale nell'album "Natale con i tuoi" del 1983; il duetto al Premio Tenco con Francesco Guccini ne "Gli amici"; la cover di Pablo Milanes "Dove saranno", da "Cuanto gané, cuanto perdi"; la riproposizione con Baglioni nel '97 di "Donna felicità", la sua più famosa scritta per altri, ovvero i Nuovi Angeli; un mix di Sergio Endrigo "Vecchia balera/I tuoi vent'anni"; un omaggio al Quartetto Cetra con "Dove andate?"; per i 150 anni dell'Unità d'Italia "O'surdato 'nnammurato", omaggio alla Napoli dei genitori; cover della scuola genovese, con "Bocca di rosa" nel 2002, nella raccolta "Le ballate", e con "Lontano lontano" di Tenco e "Hotel Supramonte", sempre di De Andrè, nel 2011; cover di Rino Gaetano sempre nel 2011, "Io scriverò"; cover di Giorgio Gaber "La ballata del Cerutti"; "Non lo so", inedito del 2014 per la colonna sonora di "Braccialetti rossi"; partecipazione corale in "Fare notizie" in "Notizie" di Pino Pavone del 1995; nel 2009 versione personale di "Jingle Bells" e in "Domani", canzone per il terremoto in Abruzzo; nel 2014 duetto con Alberto Fortis in "Mi fa strano"; nel 2020 cover di "Sopramilano" del compianto Piero Cesanelli, fondatore di Musicultura, e di "Autunno" di Guccini, in duetto con Emma; ultima collaborazione, all'anno corrente 2021, nel duetto "L'anima vuole" di Paolo Simoni".

Unendo tutti questi brani arriviamo globalmente a quattro stelle piene.

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