ROBERTO VECCHIONI, ALTRE CANZONI 1966-2020 (aggiornamento dopo quasi sei anni, oggi 17 ottobre 2020).
In quasi "50 anni di lavoro sulla parola", per dirla come l'Accademia di Stoccolma in occasione della presunta candidatura di Roberto Vecchioni al Premio Nobel per la letteratura, il Professore, escludendo gli album totalmente di inediti e le "mezze antologie" come "Il grande sogno" e "In cantus" (anche perché già trattate separatamente su Debaser), ha sparpagliato una quarantina di canzoni nei vari live e raccolte, ma anche in dischi altrui. Per questo il sottoscritto, anziché recensire tutti i live e le raccolte, ha voluto riunire comodamente sotto un'unica recensione questi brani, per completare l'opera vecchioniana in questa sede. Si parlerà sia dei brani incisi da lui, sia dei brani scritti per altri (un esempio su tutti, la celebre "Donna Felicità", scritta nel 1971 per i Nuovi Angeli), nonché di alcuni brani di altri cantati in dischi di altri.
Si comincia da molto lontano, dal 1966, quando il 23enne non ancora laureato in Lettere Classiche siglava il testo italiano di "Barbara Ann", cover dei Beach Boys, per offrirla ai Pop Seven. Il testo si presenta come una traduzione fedele dell'originale. Tra 1966 e 1968 escono tre 45 giri, dove figurano altri quattro brani che sono "Se rimani con noi", "Lasciate qualcosa per noi", "La pioggia e il parco" e "Un disco scelto a caso". Siamo veramente al Vecchioni primordiale ed essenziale, voce e arpeggi di chitarra. Tuttavia la collaborazione con Lo Vecchio risulta vincente, e infatti la coppia diventerà molto richiesta nel panorama musicale, anche sanremese, di quegli anni.
Per trovare un altro brano mai apparso su Lp in 45 giri bisogna poi fare un salto di ben 11 anni, quando, come lato b di "A te", Roberto canta con l'allievo Enrico Nascimbeni la brevissima "Un'altra storia".
Nel 1983 esce "Hotel degli assassini", che nel retro ha "Morgana", già pubblicata in "Hollywood Hollywood". La copertina ritrae un Vecchioni investigatore, ed il pezzo è infatti accattivante musicalmente e il testo gioca molto con le rime. Nelle ristampe in cd di "Hollywood Hollywood" è stata messa come bonus track, per farla riscoprire. Sempre nel medesimo anno, nella raccolta "Natale con i tuoi", Vecchioni interpreta una sua versione di "O Tannenbaum" intitolata "Dalle stelle alle stalle".
Salto di 9 anni, e troviamo nel live "Camper" del 1992 l'unico inedito, "Voglio una donna", con il quale il Prof. vince il Festivalbar, un buon compromesso tra musica di facile presa (e diciamo anche presa dallo Bruce Springsteen di "I'm going down"!) e testo anticonvenzionale, con improbabili rime tipo "Freud/Lloyd". Sempre nel 1992 esce in allegato a un libro "Voci a San Siro", un Q-Disc con quattro brani mai pubblicati: "Addio alle armi", scritta nel 1990, citazione letteraria di Hemingway che sarebbe stato ancora citato nel 2004; "Waterloo", "Quello che non sai" e "Camion", scritte tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta. Il primo brano risulta il migliore, e manifesta la maturità testuale di Vecchioni rispetto ai decenni precedenti.
Passa un anno, e il docente meneghino, oltre a regalarci un duetto con Guccini ne "Gli amici" al Premio Tenco, ci dona una perla scritta integralmente di suo pugno, dedicata a Vladimir Visotsky, intitolata semplicemente col nome dello scrittore. Una canzone nel modus operandi che ricorda sia "A.R." che la successiva "Vincent".
1997: nella "Studio Collection" appare un inedito di pregevole valore, "Verrà la notte e avrà i tuoi occhi", ancora una volta parafrasi letteraria, questa volta di Cesare Pavese, con la sostituzione della parola "morte" con "notte". Il brano è energico, arrangiato anche con chitarre elettriche, per un Vecchioni ormai maturo e moderno. Nel secondo live del 2000, "Canzoni e Cicogne", oltre all'inedita canzone che da il titolo al disco, c'è una cover, e che cover! del cantautore americano Don McLean, ed è "Vincent", dedicata a Vincent Van Gogh. Con l'aiuto dell'ex alunno e poi paroliere Enrico Nascimbeni Vecchioni traduce, non solo letterariamente, ma anche secondo la "sensibilità europea", il testo originale, e ne esce fuori un capolavoro, arrangiato anche questo elettricamente, risultando comunque temperato. Ricorda a tratti "Arthur Rimbaud", per il modo di raccontare la vita di un uomo illustre, e nonostante sia una cover entra a pieno diritto nel repertorio di Roberto Vecchioni, che aveva già coverizzato in passato, si pensi solo ad "Irene", cover di "Try, Try to Fall in Love" di Ricky Nelson, incisa nel 1975.
Sempre nel 1997, nell'album di Claudio Baglioni "Anime in gioco", Roberto si toglie la soddisfazione di mettere su disco una sua versione di una delle canzoni più famose scritte per altri, e fino a quel momento non interpretata da lui: la celebre "Donna felicità", data ai Nuovi Angeli nel 1971, Nuovi Angeli il cui chitarrista Mauro Paoluzzi diventerà con gli anni collaboratore strettissimo del Nostro.
Una partership solida è anche quella con Enrico Nascimbeni, uno dei suoi primi alunni. Infatti, nel 2001, i due ritornano a duettare nella pregevole "L'ultima notte di un vecchio sporcaccione", omaggio a Charles Bukowski.
Ad essere protagonista per il live "Il contastorie" del 2005 è una cover, questa volta di Jacque Brel, in omaggio alla tradizione francese: "Le stagioni nel sole", cantata solo live ed introdotta ampiamente dal cantautore.
Si arriva al 2011, anno meraviglioso in cui Vecchioni vince il Festival di Sanremo, con tanto di Premio della Critica, e pubblica due antologie, "Chiamami ancora amore" e "I colori del buio". Nella prima c'è un trittico di apertura da paura, sia testualmente che musicalmente, per un Vecchioni soprendentemente in forma negli ultimi anni: "Chiamami ancora amore", il brano della vittoria sanremese, che è un po' la "Sogna ragazzo sogna" non solo dei ragazzi, ma di tutti; "Mi porterò", sentita dichiarazione di fronte alla morte, dove si elencano tutte le cose che si porteranno con se dopo la vita; e "La casa delle farfalle", canzone sulla guerra, come lo era stata anche "Marika" e andando indietro la superlativa "Tema del soldato eterno e degli aironi". Da segnalare un vero e proprio omaggio alla "scuola genovese", con le cover di "Lontano Lontano" di Tenco e di "Hotel Supramonte" di De Andrè (di cui Vecchioni aveva già ripreso nel disco "Le ballate" del 2002 la celeberrima "Bocca di rosa", lo scrivo ora perché mi sembra attinente al tema, piuttosto che metterlo in ordine temporale) e come bonus track, ed acquistabile solo in digitale, la reinterpretazione di un brano semisconosciuto inciso da Bruno Lauzi nel 1968, "Il bene di luglio". Nella seconda antologia compaiono "I colori del buio" e "Un lungo addio", entrambe sentite, soprattutto la prima, che ricalca lo stile sia di "Chiamami ancora amore" che di "Mi porterò" per un risultato davvero alto, ed anche qui appare una cover, l'omaggio a Rino Gaetano, con "Io scriverò". Ma nel 2011, anno d'oro per Roberto Vecchioni, Egli canta anche, sempre a Sanremo, nell'anno dei 150 anni dall'Unità d'Italia, "O'surdato 'nnammurato", sicuramente un omaggio ai genitori.
Anche il 2014 è stato anno di collaborazioni, oltre che della pubblicazione del libro "Il mercante di luce": Roberto infatti duetta in "Mi fa strano" con Alberto Fortis, nell'album "Do l'anima" di quest'ultimo; e in "Non lo so", nella colonna sonora di "Braccialetti rossi 2".
Concludiamo con l'anno corrente, il 2020, quando Roberto, sul palco di "Musicultura", rende omaggio al compianto da poco Piero Cesanelli, fondatore della manifestazione marchigiana, con il brano "Sopramilano". Ultimissimo featuring quello con Emma Marrone, nel brano "Autunno" di Francesco Guccini, contenuto nell'album "Note di viaggio capitolo 2: non vi succederà niente", omaggio delle voci della canzone italiana all'esimio scrittore e cantautore pavanese, che in prima persona, con Roberto, era tornato clamorosamente a cantare nel 2019 in "Ti insegnerò a volare (Alex)", dedicata da Vecchioni a Zanardi.
Unendo tutti questi brani arriviamo senz'altro a quattro stelle piene, forse anche cinque, ma preferisco moderarmi.
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