Dopo il magnifico successo di "Irish Tour '74", per il genio nativo di Ballyshannon che risponde al nome di Rory Gallagher inizia ufficialmente un capitolo della sua interessantissima carriera, sottoscrivendo un ricco contratto con la Crysalis Records e intraprendendo un nuovo percorso musicale in particolare verso l'Hard Rock, pur non disdegnando le solite forti influenze Blues, Jazz e Folk.

Il risultato di tale nuovo processo creativo è, dunque, questo Against The Grain (titolo usato per riferirsi provocatoriamente alle logiche del mercato discografico di allora che egli aveva ripetutamente rigetterà fino alla morte) del 1975 con il quale Rory, assieme alla band che lo aveva accompagnato a partire dall'ottimo "Blueprint" del 1973, decide di imprimere sempre di più la sua già notevole impronta musicale con una proposta musicale che, come suo solito, si mostra abbastanza varia e ricca di spunti interessanti.

Si parte con il classico Hard Rock di "Let Me In" dove la chitarra di Rory è sempre l'indiscussa protagonista che poi lascia immediatamente spazio all'affascinante "Cross Me Off You List", uno dei migliori pezzi del platter, dove è particolarmente azzeccato il connubio tra Jazz, Blues e un pizzico persino di Latin Rock à la Santana, come si evince dagli assoli di chitarra dello stesso Rory.

"Ain't No Good" è un altro pezzo di ottimo livello che ha l'andamento di una bella ballata per poi salire rapidamente grazie alla solita perfomance di livello della sempre imbattibile Stratocaster di Rory.

Con "Souped-Up Ford", dedicata alla Ford guidata da Rory al tempo delle sue storiche sessions con un tale Muddy Waters, e la cover di Bo Carter (al quale verrà dedicato il brano "The Mississippi Shakes" in "Photo-Finish" del 1978) "All Around Man" torna grande protagonista la slide guitar di un Rory ancora una volta in stato di grazia.

Altra cover abbastanza ben riuscita è "I Take What I Want", a firma Sam & Dave che fa il paio con il Country/Blues di "Out On The Western Plain", scritta dal leggendario bluesman Leadbelly, e dove il solito Rory non sfigura affatto.

"Lost At Sea" è un altro accattivante brano Rock/Blues dove emerge anche la sua fin troppo sottovalutata abilità di songwriter, proponendo, inoltre, un altro ottimo saggio delle sue indubbie qualità chiatarristiche.

Alla fine della sua avventura con i "suoi" Taste vengono dedicati "Bought And Sold", altro brano di buonissima fattura di estrazione Folk/Rock, e "At The Bottom" che chiude di fatto un album considerato certamente "transitorio" rispetto ad altre uscite discografiche di livello come, ad esempio, l'ottimo "Calling Card" di un anno più tardi, ma che conferma per l'ennesima volta il valore assoluto di un musicista sempre fedele e coerente alla linea come lo era il nostro irlandese del cuore (cit.), di fatto.

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