I Samla Mammas Manna sono quattro simpaticoni di Uppsala, Svezia. "Måltid" è il loro secondo album. Uscì nel 1973 per la "Silence", etichetta svedese. Tutto però iniziò nel 1965. In quell'anno Lasse Hollmer, tastierista autodidatta, iniziò a suonare con qualche amico suo. Riuscì anche a mettere in piedi uno studio di registrazione, "The Chicken House". Tale nome deriva dall'uso che si faceva in precedenza di quel locale: era il pollaio di mamma Hollmer... Qui trovate una foto recente che ritrae il gruppo appunto nella "Chicken House", oggi come allora punto di ritrovo e ricreazione...

Che musica facevano i Samla nel 1973? Rock progressivo direi ma attenzione, un rock progressivo particolare. Chi è avvezzo a tale musica sa che gruppi come Gentle Giant usavano iniziare i loro brani, che ne so, con chitarre distorte e batterie spiegate per poi ripiegare su un madrigale del cinquecento. I Samla no, cari amici. I Samla quando dovevano ripiegare, ripiegavano su un jazz popolaresco o su una gazzarra dadaista ma più spesso su un folk con un ritmo sempre uguale, sempre quello: ZUM-PA, ZUM-PA, ecc.. E si sa, il problema dei gruppi tipo i Gentle Giant è che oggi paiono dei dinosauri. Lo ZUM-PA, ZUM-PA è per sempre...

Oddio, di tanto in tanto qualche tentazione sinfonica, in questo disco, viene pure a loro... Ma i quattro di Uppsala ridimensionano le loro stesse velleità nel modo che dirò poi... E' doveroso ricordare anche che mentre i gruppi progressive italiani si interrogavano sul destino dell'uomo e rivisitavano malamente i classici della musica, della letteratura e a volte pure della filosofia (non parliamo poi di quelli che riempivano i loro testi di maghi, elfi e ippogrifi) i Samla sulla copertina di "Måltid" scrivevano: "This album is a manifestation of the collective lust!" e "Remember: Joy is contagious". Insomma non se la tiravano e anche solo per questo, io faccio il tifo per loro...

Già ho detto di Lasse Hollmer ma perchè dimenticare gli altri membri di questa band? Lasse Krantz suona la batteria, Coste Apètrea la chitarra e Hasse Bruniusson le percussioni.

"Dundrets fröjder" è il primo lungo brano del disco. Circa una decina di minuti. Inizia con un tema elettrojazzistico piuttosto semplice, degno di un Frank Zappa annoiato, per poi virare su un tema circense, sottolineato da urla e falsetti da capogiro. Nel finale spunta un mellotron ma se ne sta buono buono a basso volume e non disturba... "Oförutsedd förlossning" è un brano più intenso ed è qui che si manifesta la tentazione sinfonica. Un tremendo cantato in falsetto, roba che manco il biondo dei "Cugini di campagna", abbassa fortunatamente i toni ed è subito parodia... Almeno se riuscite a non turarvi le orecchie... "Den återupplivade låten" è un altro brano potenzialmente sinfonico ma i temi sono belli e sempliciotti e rumori di sottofondo, tipo bicchieri che si rompono, rendono manifesto il carattere ludico della composizione. "Folkvisa i morse", come dice il titolo (qui non serve traduttore) è un brano folk, semplice ma combattivo. In sottofondo si ode un tipo che mentre si fa un bicchiere di quello buono, canticchia e borbotta, un po' come i nostri padri alle feste popolari... Bella la chitarra liscia di Apètrea e il Fender di Hollmer. A proposito, ho detto che Lasse Hollmer non usa nè l'Hammond né l'organo a canne, solo pianoforti e piani Fender? No? Beh, l'ho detto ora...

"Syster system" e "Tärningen" sono altri due brani strumentali poderosi e goderecci mentre "Svackorpoängen" è una canzonetta cantata in coro da tutti i Samla. I quattro ci comunicano in maniera convincente i loro intendimenti e posso ben dirlo io che non capisco una parola di svedese... Concluderei questo track by track disordinato e incompleto con "Circus Apparatha" brano dall'inizio degno di un Nino Rota ma senza le sue malinconie. Bella la parte centrale dove Hollmer finalmente canta da cristiano. Ci pensano gli altri a fare caciara...

I Samla Mammas Manna sono ancora in attività ma come tutti i gruppi han subito cambiamenti di formazione e di nome. Pensate un po' ad un certo punto decisero di chiamarsi Zamla Mammaz Manna e non più Samla Mammas Manna... Quel che è certo è che mantengono tuttora la loro integrità artistica attraverso l'indipendenza dalle major. Anche per questo intorno al 1977 attirarono l'attenzione di Chris Cutler degli Henry Cow che li volle membri del movimento "Rock in Opposition". Ciò diede a loro la possibilità di esibirsi fuori dai paesi scandinavi e al "R.I.O." di avere un avanguardia scanzonata e caciarona...

E ricordate: la gioia è contagiosa...

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