Una canzone può alleggerirti un periodo di crisi? Forse no, ma sicuramente ti può aiutare ad affrontare la giornata. E' quello che è successo 5 settimane fa, quando alle 4 del mattino ascoltai per la prima volta Harakiri, primo singolo dell'album. Fu un colpo di fulmine che in breve tempo divampò in un incendio: la storia di un uomo che ha fallito in tutto e che non trova più un motivo per vivere ma che miracolosamente e stranamente riesce a uscire dalla sua situazione; quell'uomo potrei essere potenzialmente io, nel mezzo di un momento difficile, completamente distrutto e disperato. Questo brano è arrivato come il lupo nella favola: nel momento in cui stavo per mollare tutto il brano mi ha detto "guarda lo so che sei disperato ma bene o male te la caverai".

Una canzone può conoscerti meglio di tutti gli altri (anche di te stesso) e farti una mappa della tua situazione attuale? Decisamente improbabile ma non impossibile. Eppure mi è successo con Pixel, brano lungo e doloroso. Io non so come e quando Samuele ha scritto il testo di questo brano, ma ha fotografato in maniera spaventosamente perfetta e brutale quello che ho vissuto nell'ultimo anno: una crisi creativa che mi ha bloccato in maniera irreversibile la voglia di scrivere e una crisi sentimentale che mi ha portato a chiudere malamente una relazione tossica e impossibile da gestire. E poi venne il Covid e ciò che tutti noi sappiamo, che mi ha ridato la voglia di scrivere. La canzone sintetizza questi due momenti della mia vita, mettendo il passato fatto di crisi creativa e sentimentale nel ritornello (per così dire) e il presente nelle strofe, dove sfilano uomini con gli occhi di bronzo ossidati sotto le intemperie, strade abbandonate dopo le ore venti e il mixer da cui deve passare una voce più triste di prima.

Una canzone può prenderti metaforicamente a schiaffi e farti smettere di preoccuparti del passato? Decisamente si, anzi ce ne sono tante di canzoni che trasmettono questo messaggio. Ma nessuna l'ha detto in maniera schietta e precisa come Samuele ha fatto in Il tuo ricordo: una battaglia tra il passato, velenoso e sicuro che ci spinge a lasciarci andare a lui, e il presente. All'ascolto mi è rivenuta in mente la teoria della lotta dei contrari di Eraclito, dove viene ipotizzato che dentro di noi c'è una continua guerra in cui una parte è destinata a vincere e l'altra a perdere; questa piccola pillola filosofica imparata anni fa tra i banchi di scuola mi è tornata utile per capire il senso stesso del brano: nonostante il passato ci persuada continuamente facendoci vedere quanto precedentemente eravamo felici è sempre e solo il presente a vincere e a comandare il nostro destino.

Una canzone può portarti altrove e farti vedere le vite di altre persone? Si, anche se oggi di canzoni del genere ce ne sono veramente poche. Un esempio di canzone che ti porta a vedere la vita di altre persone può essere Le Abbagnale, una storia d'amore tra due ragazze così diverse da essere sorelle, oppure L'intervista, che parla anche di come il giornalismo si stia "prostituendo" a certi artisti solo per vendere qualche rivista in più, o la stessa Harakiri.

In conclusione, può un album pessimista e consapevole del periodo che stiamo vivendo riuscire a essere una forma di incoraggiamento per non mollare quella che tutti quanti noi chiamiamo vita? Sembra assurdo, ma si; e Cinema Samuele di Samuele Bersani, col suo lucido e non banale realismo, ci riesce in maniera straordinaria

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