SANDRO CURATOLO

“Sette Miliardi di Parole”

Autoproduzione

DA QUI PUOI ASCOLTARE IL DISCO

 

Potrebbe essere un autarchico, Sandro Curatolo. Si autoproduce il disco a Praga (dove vive, forse fuggendo dal caos insopportabile di Roma) con un’operazione di crowdfunding.. Beh, direte voi, c’è un sacco di gente che fa crowdfunding. Il problema è trovare chi ti dà fiducia. Curatolo, che in passato si è già fatto notare per la sua capacità cantautorale, la fiiducia se l’è conquistata. In passato a dire il vero con dischi in cui i temi erano caratterizzati quasi esclusivamente da una forte denuncia sociale. Certo non mancano gli episodi, diciamo, di denuncia e di autarchia/anarchia (già perché per essere anarchici bisogna prima essere autarchici). “Una mattina de maggio” è un brano in dialetto romanesco, dai contenuti fortemente politici, in cui si getta uno sguardo ironico e impietoso sulle contraddizioni del pericoloso ritorno dei populismi di destra che dominano la scena attuale.“Viva il cioccolato”, rifacendosi allo stile della ballata anarchica di Brassens, mette in scena una curiosa storia a lieto fine, in cui un eroe per caso utilizza la propria popolarità per ridicolizzare il potere stesso che lo ha posto sul piedistallo. Essendo ispirato ai fatti di Charlie-Hebdo, sembrerebbe una storia raccontata nel tentativo di comprenderne un’altra, che a lieto fine, purtroppo, non è.

Ma il vero fulcro di questo nuovo album è il tempo. Tutto questo tempo che ci viene concesso, è in realtà, tra i miliardi di parole e cose che succedono è solo un granello di sabbia E allora, con queste semplici ballate fatte di piano, voce, chitarra acustica e qualche arrangiamento per archi, la parola, i testi la fanno da padrone e ci fanno pensare a un fiume che scorre, al mio amore che ha il tuo nome. Magari a una manciata di parole, dette e non dette, sussurrate o urlate che non sono più una manciata di cose dette nel fluire dei sette miliardi di aprole, ma un qualcosa di intimo, vero, che dà un vero senso a questo bellissimo dono che è appunto, il dono della parola.


  • Onirica
    25 nov 24
    Recensione: Opera:
    CURATELO!
  • Hetzer
    25 nov 24
    Recensione: Opera:
    Il bot dell'autopromozione a sto giro ha palesemente copiato da una fonte meno sintetica e piú strutturata..

    Al di là di ciò, non si può rimanere indifferenti alla PERLA nascosta:

    " (già perché per essere anarchici bisogna prima essere autarchici)"

    Rien ne va plus!
  • Confaloni
    25 nov 24
    Recensione: Opera:
    Per dirla con Nanni Moretti:"Io sono autarchico".
  • withor
    25 nov 24
    Recensione: Opera:
    Questa volta mi sei piaciuto/a. Avrai copiato meglio forse, come supposto da @[Hetzer]...svelaci almeno se la supposta è giusta e non trincerarti dietro il tuo solito silenzio!
  • 1neuro
    26 nov 24
    Recensione: Opera:
    Curatolo. Secondo me chiacchera troppo.
  • FOGOS
    28 nov 24
    Recensione: Opera:
    "Il problema è trovare chi ti dà fiducia. Curatolo, che in passato si è già fatto notare per la sua capacità cantautorale, la fiiducia se l’è conquistata."
    Costui arriva con 50 ANNI di ritardo, perlomeno...
  • Recensione: Opera:
    Ah, Viola, ma davvero? "Fiiducia" con due 'i'? Sei stata così gentile da lasciarci un indovinello ortografico. La recensione pare un po' scompaginata, con frasi che si trascinano come un fiume in piena, proprio come il tempo nel disco di Curatolo. A proposito, la tua intuizione su Curatolo è interessante, anche se forse l'osservazione sull'autarchia sembra più un tentativo filosofico azzardato che una verità rivelata. Concordo con "FOGOS": un po' in ritardo, forse? Per il futuro, una revisione della sintassi non farebbe male, anzi.

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